Elena G. Polidori
ROMA
Mastella, è appena finita un’epoca; niente più raccomandazioni...
«Questo lo dice lei.».
Hanno approvato alla Camera il «traffico d’influenze illecite»...




«È una vergogna».
Dicono sia un segno di civiltà...
«Sarebbe un segno di civiltà se facessimo come negli Stati Uniti, dove la segnalazione ha una sua dignità codificata. Ma mi spiega per quale motivo se io vedo che una persona è brava non lo devo segnalare? Allora, me lo racconta lei come avverrà la prossima nomina dei consiglieri Rai? O come avverranno tutte le prossime nomine dei più alti dirigenti dello Stato? Attraverso i curricula? Ma fatemi il piacere...»
Mastella, mica son raccomandazioni quelle...
«No, e che sono? Non sono forse segnalazioni di qualcuno che vengono recepite e votate da altri? Andiamo, questo è l’ennesimo segnale di morte della democrazia; cosa crede, che finisca il clientelismo con questa legge? Questa è solo un’esasperazione di un tentativo di fare pulizia di una pratica di cui in Italia, questo è vero, si è sempre abusato. Sa come andrà a finire?»
Come?
«Che la faranno sempre franca i furbi e tutto continuerà come prima, salvo che d’ora in poi bisognerà stare attenti anche con chi si parla...».
In che senso?
«Nel senso che uno viene nel tuo ufficio con un telefonino, ti chiede qualcosa e poi ti denuncia, eh... bisogna stare attenti. Ma ci si rende conto della deriva in cui ci siamo infilati? In questo Paese c’è sempre meno libertà e io guardo a distanza quello che sta accadendo, anche con un po’ di tristezza. La raccomandazione è un fatto politico, bisognerebbe saperlo».
È politica?
«Certo, perchè prevede una scelta discrezionale, basata su dei criteri, quindi una scelta responsabile. Certo, se uno raccomanda un cretino, allora in quel caso è lui che commette un illecito, ma con questa norma si fa di tutte le erbe un fascio. Chi sarà poi quello che giudicherà la bontà o meno di una raccomandazione? Si entra in un campo dello scibile umano, e ora anche del diritto, che è veramente complicato dirimere».
Insomma, lei dice che ciascuno si dovrebbe prendere le proprie responsabilità di ‘raccomandatore’. Ma in Italia se n’è sempre approfittato troppo...











«Ma via, la raccomandazione esiste da sempre ed ha una sua dignità. Persino Benedetto Croce scriveva ‘ti segnalo questo perchè è bravo...’. Se succedesse adesso che faremmo, metteremmo in galera Croce? Come al solito non conosciamo le mezze misure, o troppo o nulla. Eppure, sarebbe bastato rendere tutto trasparente, come in America..».