Giovanni Panettiere
ROMA
PRIMA

scadenza ed è già allarme rosso per la riscossione dell’Imu (l’Imposta municipale unica). Il calendario annuncia che domani è il limite ultimo per il versamento della prima rata, ma il 40% dei contribuenti ha già deciso che non aprirà il portafoglio. A rivelarlo un sondaggio di Unimpresa secondo cui sono solo 3 su 5 i proprietari in regola. A rischio — lamenta l’associazione — è una fetta rilevante di entrate per lo Stato e i Comuni. Conti alla mano, l’ammanco si aggirerebbe tra i 2 e gli 8 miliardi di euro, a fronte di un gettito complessivo stimato attorno ai 21 miliardi. Stante la situazione, potrebbe diventare probabile l’aumento delle aliquote per il pagamento del saldo di dicembre.
Il sondaggio di Unimpresa, svolto presso i 900 Caf suddivisi fra le 60 sedi provinciali dell’associazione, sottolinea come il 15% dei proprietari potrebbe rimandare tutto a dicembre, quando scadrà il termine per saldare il conto con l’intera imposta 2012. Di contro il 25% degli intervistati ha già dichiarato di non avere alcuna intenzione di pagare l’Imu. Né la rata di giugno (acconto), né quella di dicembre (saldo): meglio aspettare direttamente il prossimo anno. A questo punto ci sarebbe da chiedersi, se siamo davanti a evasori fiscali.
L’intuito lascerebbe pochi dubbi, ma la pasionaria del Pdl, Daniela Santanchè, sgombra il campo dai luoghi comuni. «Diffido chiunque dal chiamarli evasori — tuona —. Questa è gente che merita tutta la nostra comprensione e solidarietà. Non li lasciamo soli in questa scelta di legittima difesa da una tassa iniqua e ingiusta». A gettare acqua sul fuoco è la vicepresidente dei deputati Pdl, Jole Santelli, che parla di «posizione personale», ricordando come gli azzurri abbiano «dovuto votare l’Imu», sperando comunque che l’imposta sia «una tantum».

IN ATTESA



di vedere quale sarà il destino della nuova Ici, Unimpresa ricorda che, sia nel caso del pagamento a dicembre sia nell’ipotesi di un versamento posticipato al 2013, sarà possibile onorare il debito fiscale con interessi non particolarmente gravosi (circa il 6%).
La maggioranza degli italiani, comunque, esattamente il 60% del campione intervistato, ha dichiarato di aver già pagato o di voler pagare entro i termini stabiliti dalla legge. Per Unimpresa «chi, invece, non rispetterà le scadenze dichiara di avere problemi di liquidità e indica l’aumento degli importi rispetto alla vecchia Ici come causa del ritardo o mancato pagamento».