Riccardo Jannello
ROMA
I DATI

sui consumi che ieri hanno diffuso sia Istat sia Coldiretti danno un quadro sconfortante della situazione italiana. Le famiglie adottano una propria «spending review» e tagliano non solo viaggi, vacanze, auto e abiti, ma anche il cibo. E non solo nella quantità della spesa, ma anche nella qualità. Senza nulla togliere alla grande distribuzione, si va sempre meno nel negozio cosiddetto tradizionale o al mercato e si sceglie sempre di più il supermercato o l’hard discount, dove gli sconti sono maggiori (nel Mezzogiorno questa tendenza è ancora più evidente). L’Istat riferisce del 35,8% delle famiglie che ha diminuito la propria spesa fra il 2010 e il 2011. Di loro il 67,5% si rivolge al supermercato, ma il 47,7 per il pane preferisce ancora il negozio tradizionale; al mercato è sceso al 9,7% l’acquisto di pesce e al 16,4% quello per verdura. Un problema anche per la minore socializzazione, fa notare l’istituto di statistica.

LA COLDIRETTI

ha esposto la sua posizione nel rapporto «La crisi cambia la spesa e le vacanze degli italiani», illustrato ieri mattina dal presidnte, Sergio Marini. La elaborazione dei dati è ancora più attuale, perché Coop Italia l’ha fatta sui primi cinque mesi del 2012. Ne viene fuori un quadro triste: si cerca di risparmiare lasciando da parte la carne e il pesce e aumentando la pasta; si va meno al bar a fare colazione e si compra per la colazione a casa più caffè macinato (1%), latte (2%) e biscotti (3%); ci si limita nei vizi non facendo distinzione fra adulti (liquori -3%) e bambini (caramelle -6%); si evitano confezioni grandi di prodotto accontentandosi dello sfuso subito consumabile (il calo dello scatolame sarebbe del 30 per cento).

SI TORNA

anche alle tradizioni degli avi: pane fatto in casa (il 19% in più), per esempio, con gli acquisti di farina che salgono dell’8% e quelli di uovo del 6%. «È divertente e salutare», afferma Marini. Per non parlare di pizza, confetture, sottaceti, pasta e dolci. E torna l’idea dell’orto, quello fuori casa (il 30% ha piccoli appezzamenti) e soprattutto quello del davanzale coltivato: pomodori, cetrioli, insalata e altri ortaggi possono crescere sul balcone di casa. Un’altra tradizione antica che torna è il riciclo dei cibi: si cerca di non buttare via nulla, i famosi avanzi vengono recuperati e ripreparati nella metà delle occasioni.

LA SPESA

più oculata è necessaria, decisamente. Quindi attenzione alle scadenze dei prodotti e soprattutto acquisti modulati sulle proprie necessità. A farne le spese sono soprattutto i dessert confezionati: un secco -10%, il picco più profondo di questa crisi, che non risparmia neppure le bibite (-7%). Ma tornando alla carne e alla debacle del filetto e della fiorentina, si può porre rimedio: non solo con la carne bianca (il pollo guadagna l’1%), ma con tagli diversi anche per quel che riguarda i bovini. E quindi la Coldiretti invita a pranzo con punte di petto, spalle, girelli, guancia, collo. Come dire: si può spendere meno senza sentirsi a dieta forzata.