ROMA
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da rivedere. A mettere in discussione il decreto sulla spending review non sono né il secondo incontro tra Governo e Regioni né la prima seduta della commissione Bilancio del Senato: entrambi hanno portato pochi esiti. L’inatteso attacco arriva dal servizio Bilancio di Palazzo Madama, che pubblica una nota al vetriolo sulla revisione della spesa appena varata. Non convincono il metodo dei tagli lineari e tre capitoli: il pubblico impiego, le Province, le coperture.
Partendo dall’ultimo punto, i tecnici di Palazzo Madama osservano che il gettito stimato per i risparmi è ‘incerto’ sia nell’ammontare che nei tempi. Quasi a dire che nessuno è sicuro di poter effettivamente compensare il mancato aumento dell’Iva con le sforbiciate. La seconda perplessità è legata al pubblico impiego. Secondo la nota va chiarito se le riduzioni degli organici, insieme al blocco del turn over, «possano comportare nei prossimi anni difficoltà a soddisfare i fabbisogni minimi di funzionamento delle amministrazioni». Ancora, sulle Province si spiega che dalla loro soppressione «potrebbero emergere profili onerosi di tipo straordinario in relazione al passaggio delle funzioni ai Comuni». In altre parole, ci potrebbero essere costi finora non calcolati. Sulle possibili modifiche, intanto, si gioca a nascondino. La commissione Bilancio del Senato ieri ha aperto la discussione del provvedimento, ma solo per i profili generali. L’analisi di dettaglio partirà lunedì. Anche se voci interne al Pdl dicono di avere avviato una riflessione approfondita «sul riassetto istituzionale, sulle Province, sui piccoli Comuni». Quasi contemporaneamente si è svolto il primo incontro tra i tecnici delle Regioni e il commissario Enrico Bondi per parlare dei tagli. Bondi ha illustrato le rilevazioni sulle quali è basato il decreto. I tecnici regionali hanno preso nota e hanno fissato due nuovi incontri per lunedì e martedì prossimi. La settimana successiva, il 24, i sindaci dell’Anci manifesteranno contro la manovra. Il Governo, dal canto suo, ribadisce di non essere disposto a rivedere i saldi.
Mentre arrivano novità sul primo decreto in materia di esodati, destinato a salvarne 65mila: ieri è stato registrato dalla Corte dei conti. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha spiegato: «Ho avuto rassicurazioni dall’Inps che indicherà rapidamente le persone che andranno in pensione con le vecchie regole con nome e cognome. Riceveranno una lettera». Sempre Fornero ha annunciato di aver chiuso l’accordo con gli esponenti di maggioranza sugli emendamenti al dl sviluppo riguardanti la riforma del lavoro. Le modifiche sono poche, concordate e non riguardano gli ammortizzatori sociali, che non slittano.
Matteo Palo