Olivia Posani
ROMA
ANCOR

più dei mercati Mario Monti sembra ora temere le resistenze della sua litigiosa maggioranza ad attuare i provvedimenti in corso, a partire dalla revisione della spesa pubblica (spending review). Certo, la corsa dello spread continua a fare paura, ma a Palazzo Chigi sostengono che non c’è una situazione d’allarme. L’insistenza con cui ieri il Professore ha chiesto prima a Bersani e poi ad Alfano (l’incontro con Casini avverrà oggi) di appoggiare fino in fondo l’attività di governo fa invece capire quanto sia ritenuto importante che i provvedimenti in cantiere diventino operativi.

IL SEGRETARIO

del Partito democratico ha detto al premier di essere pronto a garantire i saldi previsti dal provvedimento, ma ha chiesto una «riflessione molto attenta» su enti locali e risparmi sulla sanità. «Ci sono cose che sosteniamo con forza, ma — ha spiegato Bersani al termine dell’incontro — ci sono 2-3 capitoli che non vanno bene. Non si può risparmiare così, lo spreco più grosso è la diseguaglianza. Bisogna riaprire i tavoli con i soggetti coinvolti». Certe misure, ha detto ai suoi, «sono deleterie, sugli enti locali si rischia di punire anche le regioni e i comuni più virtuosi». Monti non ha chiuso la porta, tanto che il ministro Giarda sarebbe stato incaricato di mettere a punto alcuni emendamenti.
Bersani si è soffermato a lungo sulla gravità della crisi sostenendo che ormai spetta solo all’Europa muoversi: «Con Monti abbiamo riflettuto su una situazione generale molto molto preoccupante. C’è l’esigenza di dare seguito alle decisioni del vertice europeo e la necessità di uno stato di allerta di tutte le istituzioni perché siamo in una situazione molto seria». Bersani si riferisce in particolar modo alla Bce, chiamata ad acquistare i titoli dei paesi sotto attacco, visto che l’auspicato scudo anti spread, su cui si è molto speso Monti durante il consiglio europeo di fine giugno, deve attendere i tempi della Corte costituzionale tedesca.

LA SITUAZIONE


è critica, ma il premier non ha prospettato ai suoi ospiti, come sottolinea Alfano, una manovra bis da varare in agosto. Non a caso Palazzo Chigi ha smentito che sia stata convocato il comitato per il coordinamento della politica economica. Nel governo si lavora solo su «misure organizzative» senza alcun impatto finanziario. D’altra parte, ha ribadito il segretario del Pdl, «noi diremmo no a una nuova manovra di sacrifici per gli italiani». Alfano ha tenuto poi a sottolineare di aver «garantito a Monti il sostegno fino al termine della legislatura, dunque, non abbiamo parlato di elezioni».