Gilberto Dondi

Andrea Zanchi
BOLOGNA
SI ERA



fatto interrogare in gran segreto e pensava di aver convinto gli inquirenti della correttezza del proprio operato. Nulla di più sbagliato. Vasco Errani, 57 anni, governatore dell’Emilia Romagna nonché commissario straordinario per il terremoto, dovrà comparire davanti al giudice per rispondere dell’accusa di falso. E su di lui adesso si abbatte la stessa bufera politico-giudiziaria che ha travolto i colleghi Roberto Formigoni e Nichi Vendola. Il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso e il sostituto Antonella Scandellari nei giorni scorsi hanno infatti chiesto il rinvio a giudizio di Errani per falso ideologico, perché avrebbe mentito ai magistrati per proteggere il fratello maggiore Giovanni, 66 anni, ex presidente della cooperativa agricola ravennate Terremerse che nel 2006 ricevette un milione di euro di contributo dalla Regione per costruire una cantina vitivinicola a Imola.

SECONDO

le accuse, quei soldi non dovevano essere erogati perché la cantina non fu completata entro il termine del 31 maggio 2006. In realtà, per gli inquirenti, i lavori terminarono molto dopo ma Errani senior e altri dirigenti della coop, accusati di truffa (sono 9 in tutto gli indagati), avrebbero alterato le carte riuscendo a far risultare finita e operativa la cantina anche se non lo era. Il governatore risponde di falso con due dirigenti regionali, Filomena Terzini e Gualtiero Mazzotti, perché nel 2009, dopo un articolo de Il Giornale, mandò in Procura una relazione in cui attestava la regolarità dell’iter e difendeva il fratello. Per l’accusa, la relazione era menzognera perché definiva «variante» di un precedente permesso edilizio ciò che in realtà era un permesso edilizio nuovo, emesso 7 giorni prima del termine, il 23 maggio 2006.

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Vasco Errani: «Mi presenterò davanti al giudice con piena fiducia, così si chiarirà che non ho commesso alcun reato. Non ho mai favorito o sfavorito qualcuno». L’udienza si terrà il 7 novembre. Ancor più netto il suo legale, Alessandro Gamberini: «La Procura ha compiuto un grave errore». «Riteniamo gli elementi acquisiti idonei a sostenere il giudizio», si limita a dire il procuratore Alfonso. «Sono sereno, abbiamo agito secondo le regole. Mi spiace per Vasco», si difende Giovanni Errani. La Regione, di recente, ha chiesto la restituzione dei fondi. Politicamente il governatore incassa la fiducia di tutto il Pd emiliano romagnolo. E sull’ipotesi di eventuali dimissioni, nel caso di rinvio a giudizio, anche il Pdl frena. A chiedere che il presidente se ne vada restano solo Movimento 5 Stelle e Lega Nord.