ROMA
UNA SETTIMANA
di tempo per capire se, al di là degli scontri verbali e dei sospetti, sono possibili un’intesa e un primo ok in commissione sulla legge elettorale. O se, altrimenti, si va alla rottura dei rapporti tra ‘Abc’ (Alfano-Bersani-Casini) con ripercussioni imprevedibili anche sulla tenuta del governo, impegnato, attraverso il tour europeo del premier, a mettere in sicurezza l’euro.

NONOSTANTE

la delicatezza del passaggio, i toni della vigilia restano alti e il Pdl sfida il Pd, pretendendo di includere la Lega nella conta sulla riforma del voto. Il più infuriato nella ‘strana maggioranza’ che sostiene Monti è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. La mossa del Pdl, che ha annunciato l’intenzione di votare anche a maggioranza la propria proposta di riforma elettorale, non va giù al leader Pd. «Il Porcellum 2 noi non lo votiamo», dicono ai vertici del partito, lasciando intendere che, pur di bloccare nuove forzature del Pdl e Lega, il Pd non esclude niente, neanche uno scenario da voto anticipato. Una minaccia che potrebbe far rientrare le intenzioni del Pdl perché, come spiega oggi il coordinatore Ignazio La Russa, «sarebbe incoerente prospettare oggi» le elezioni con la situazione economica appesa a un filo. Per il Pd la ‘doppia maggioranza’ che il Pdl mette in piedi con la Lega sulle riforme, è un problema per tutti, governo compreso. Anna Finocchiaro parla di situazione «allarmante» e di «due maggioranze».

ANCHE

sulla riforma elettorale, il Pdl (sempre con La Russa) chiede di considerare il Carroccio. Le accuse tra i partiti continuano ma sembra che i contatti tra gli sherpa non siano interrotti e non si esclude in settimana un incontro chiarificatore tra ‘Abc’ per vedere se è possibile ripartire dal quella proposta — premio di maggioranza al partito e un mix di collegi uninominali e liste bloccate — in discussione fino a che il Pdl ha rilanciato le preferenze. Un nuovo invito al dialogo arriva da Pier Ferdinando Casini, che in realtà non disprezza la proposta di riforma avanzata dal Pdl, ma condivide l’allarme di Bersani. Il tira e molla dei partiti sulla riforma dà agio a Beppe Grillo per sparare a zero su tutti: ‘Abc’ altro non sono che «vecchi bari colti sul fatto».