P.F. De Robertis
ROMA
NON È UN

partito, anche se forse sarà un partito. Al momento ha solo una faccia e molte idee, condivise da tante teste pensanti dell’Italia di oggi. E’ il manifesto di Oscar Giannino (foto Serra), vulcanico opinionista e conduttore radiofonico, che prima dai microfoni della sua «Versione di Oscar» (dal lunedì al venerdì alle 9 su Radio24), poi in un appello pubblico a pagamento su sei giornali nazionali ha spiegato che «questa classe politica ha fallito e ne serve un’altra». Un appello cui hanno aderito centinaia di esponenti della vita politico-culturale del Paese (professori come Irene Tinagli, economisti ma anche personaggi come Andrea Bocelli ed Enrico Montesano, oltre a Emma Marcegaglia, in contatto con Giannino) e che nelle ultime ore nel sito fermareildeclino.it dell’associazione Ali (Alleanza impresa lavoro) ha raccolto le firme, spiega Giannino, «di oltre quattromila cittadini».
«Con un gruppo di amici abbiamo cercato di capire e interpretare il dopo-Monti con un programma in dieci punti per l’Italia».
Quali scadenze vi siete dati?
«A metà settembre tireremo le somme».
Non siamo quindi al partito di Giannino?




«Giannino è troppo serio per pensare che l’Italia aspetti lui».
Quali sono le idee che caratterizzano il vostro manifesto?

«Basta coi partiti carismatici, meno tasse a chi produce, meno debito pubblico da realizzare con le cessioni del patrimonio pubblico, tagli consistenti alla spesa pubblica, premi al merito anche ai dipendenti pubblici».
Tutte idee liberali. Come mai in Italia tutti si dicono liberali e mai sono state fatte politiche liberali?
«E’ il motivo per cui noi non usiamo per noi stessi il termine liberale. La tradizione liberale italiana ha un difetto di fondo: non è mai riuscita a parlare ai milioni di italiani che sono esclusi dai grandi patrimoni o dalle prospettive di partecipare a un reddito aggiuntivo».
Con Montezemolo avete discusso?
«L’appello ha registrato l’adesione di prima fila di Italia futura. Certo, condividiamo molte idee».
Montezemolo potrà essere il leader di questa formazione?





«Non escludo nulla. Un domani che questa cosa dovesse partire, si vedrà. Chissà, magari ci sarà un meccanismo di primarie. Ma al momento è l’ultimo dei miei pensieri».