Londra, 31 luglio 2012 - TANTO sesso, siamo atleti: l’Olimpiade è l’esatto contrario di una popolare commedia musicale ispirata alle prestazioni degli inglesi nel segreto della stanza da letto. L’altra faccia delle medaglie sono i Giochi erotici, non certo una novità: ad annunciarli sono stati illustri interpreti delle performance, atletiche e probabilmente anche amorose. Tutti desiderosi di farci sapere che sotto il fuoco di Olimpia brucia anche il desiderio, che inseguire la gloria sportiva non fa rima con rinunce e astinenza: quando si parla di conquiste, qui non si intende soltanto il podio.

AD APRIRE il tema è stata Amelia Hope Solo, portiere della nazionale Usa di calcio femminile: «Al villaggio olimpico si fa sesso sfrenato». Ha proseguito il D’Artagnan italiano, Aldo Montano: «I preservativi vanno via a go go: non so se ci fanno i gavettoni o come li impieghino, ma parliamo di numeri strabilianti». Ha completato il quadro il nuotatore Luca Marin, ex signor Pellegrini, ora felicemente single: «Io il peso della gara me lo sono già tolto (ottavo nella finale dei 400 misti, ndr), adesso ho una settimana per godermi il villaggio: ci daremo da fare…» Nel suo caso c’è già una certezza: tornerà a casa con più successi in camera che in vasca.

ALLA VOGLIA di ‘divertirsi’ della famiglia olimpica gli organizzatori di Londra 2012 sono preparati: a disposizione degli oltre diecimila atleti in gara hanno messo 150mila preservativi, in media quindici a testa. Un vero e proprio record, che ha polverizzato le cifre delle precedenti edizioni: a Pechino ci si era fermati a quota 100mila, a Barcellona la scorta di anticoncezionali era la metà. Non dovessero bastare, è già pronto il piano B: una delle più note case produttrici ha garantito un ulteriore rifornimento di condom. Anche perché qui sarà consentito l’ingresso al villaggio olimpico ai partner degli atleti. Quelli ufficiali, s’intende.
Il resto lo faranno le varie scuole di pensiero: c’è chi sostiene che prima delle gare è meglio non consumare energie, e chi invece è convinto che le prestazioni a letto non influiscano su quelle in gara. Una divisione simboleggiata dalla coppia azzurra più glamour, Magnini-Pellegrini, ammesso che di coppia ancora si tratti: insistenti le voci che danno i due già separati dopo un litigio qui a Londra, come ci faranno sapere a fine Giochi.

CONTRO l’astinenza è anche la capitana della nazionale olandese di hockey prato, Maartje Paumen, che dopo una settimana lamenta di veder poco il marito, anch’egli in gara. «La divisione al villaggio è una discriminazione: così si favorisce solo chi è omosessuale». Omosessualità che ai Giochi ha già infranto una barriera: inserendo nella cerimonia inaugurale le immagini del primo bacio saffico trasmesso dalla tv inglese quasi vent’anni fa, il regista Danny Boyle ha fatto cadere un tabù in quei Paesi, a cominciare dall’Arabia Saudita, dove è fuorilegge essere gay. Atleta o no, non cambia.