Roma, 5 agosto 2012 - GRAZIATI all’ultimo minuto. Sarebbero dovuti morire il prossimo 13 agosto, invece hanno conquistato il diritto a una nuova vita. Li ha salvati il ministro della Giustizia, Paola Severino, facendo approvare dal consiglio dei ministri il nuovo regolamento degli Ordini professionali. Non ci fosse stato il disco verde del Governo sarebbe scattata una norma dell’estate 2011, la quale stabiliva che, in mancanza di una riforma entro 12 mesi, gli Ordini professionali sarebbero stati tutti 'automaticamente aboliti'. Mesi di trattative tra gli Ordini professionali e il ministero della Giustizia hanno prodotto l’accordo il cui scopo dichiarato è quello di aprire alla concorrenza nel mondo delle professioni. I passi avanti sono innegabili, anche se non si può certo parlare tout court di libera concorrenza.

GLI ORDINI, a cui fanno capo circa 2,2 milioni di professionisti (medici, avvocati, ingegneri, giornalisti, commercialisti...), di fatto conservano tutte le vecchie caratteristiche, ma dovranno fare i conti anche con una serie di nuove regole e doveri a cui dovranno attenersi. La riforma, soprattutto perché elimina lo spettro della cancellazione, è stata salutata con grande soddisfazione da tutti gli ordini professionali, anche se ciascuno avrebbe voluto qualche particolare diverso in ragione della propria specificità. L’Ordine degli avvocati è l’unica eccezione al coro di sì. Il consiglio forense ha chiesto fino all’ultimo giorno di essere escluso dalla riforma sostenendo che la «funzione costituzionale degli avvocati legata al diritto alla difesa» imporrebbe una normativa ad hoc. Il ministro della Giustizia ha tenuto duro anche se ha concesso che qualche aspetto potrà essere rivisto nel prossimo futuro. Gli avvocati si sono dovuti arrendere, ma sono sul piede di guerra e hanno fatto capire di essere pronti a «ogni rimedio giurisdizionale per denunciare la illegittimità» del provvedimento. Come prima mossa gli avvocati penalisti hanno confermato che sciopereranno dopo la pausa estiva.

IL PRESIDENTE dei consulenti del lavoro, nonché dell’associazione che raggruppa tutti gli Ordini professionali, Marina Calderone, invece, ha apprezzato tutto l’impianto della riforma che supera il timore «della cancellazione degli Ordini» e che prevede regole per la formazione continua, il praticantato (non più obbligatorio e di durata massima 18 mesi), l’obbligo rimandato di 12 mesi dell’assicurazione e nuove regole disciplinari per gli iscritti (da cui, però, sono escluse le professioni sanitarie).

ANCHE se le nuove norme non fanno esplicito riferimento allo storico nodo dell’abolizione del tariffario minimo, un’apertura alla concorrenza c’è sulla libertà di pubblicità a cui gli ordini sono sempre stati fieramente contrari. Il compromesso è stato trovato ammettendo la 'pubblicità informativa'. In pratica, ai professionisti sarà possibile fare pubblicità, ma solo sul tipo di prestazione professionale che si propone e sul curriculum di chi la offre.