Berlino, 6 agosto 2012 - L'intervista a Der Spiegel del premier italiano {{WIKILINK}}Mario Monti {{/WIKILINK}} non ha mancato di sollevare un putiferio di reazioni da parte della diplomazia tedesca e di conseguenza da parte anche dell'Unione Europea.

IL GOVERNO MERKEL - Attenzione a bypassare i parlamenti nazionali nella lotta alla crisi finanziaria che ha colpito l’eurozona. Lo hanno sottolineato il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, e il capo del gruppo parlamentare del blocco conservatore di Angela Merkel, Volker Kauder, dopo che il presidente del Consiglio italiano Mario Monti - in un’intervista allo Spiegel - ha invitato i capi di governo a difendere il loro potere di assumere decisioni rapide.

Il ministro degli Esteri di Berlino, Westerwelle, ha sottolineato che i parlamentari hanno un ruolo cruciale da ricoprire che non dovrebbe essere indebolito in un periodo di agitazioni. “Le verifiche parlamentari sulla politica europea sono sopra qualunque dibattito”, ha detto il capo della diplomazia tedesca in un comunicato di risposta all’intervista di Monti. “Abbiamo bisogno di un rafforzamento, non di un indebolimento, di una legittimazione democratica in Europa”.

Il leader del gruppo parlamentare del blocco conservatore del cancelliere Angela Merkel, Kauder, ha sottolineato che ogni riforma europea che preveda maggiori poteri in capo a Bruxelles deve ancora rispettare il ruolo delle legislazioni nazionali. “In qualità di irriducibile parlamentare, posso soltanto dire che i diritti di un parlamento o il parlamentarismo non possono essere eliminati con un rafforzamento delle istituzioni esecutive in Europa”.

CONTROREPLICA DI MONTI - "Non ho inteso in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi, penso vada rafforzato. Ho solo voluto sottolineare la necessità di compiere passi avanti nell’integrazione europea" in cui "può rivelarsi necessaria una certa flessibilità". Così il premier italiano replica alle polemiche di oggi. 

E’ necessario, "al fine di compiere passi avanti nell’integrazione europea, che si mantenga un costante e sistematico dialogo fra governo e parlamento.
Infatti, nel corso dei negoziati tra governi a livello di Unione europea, può rivelarsi necessaria una certa flessibilità per giungere ad un accordo, da esercitarsi sempre nel solco di scelte condivise con il proprio parlamento". "In questa ottica - aggiunge Monti - ritengo che ogni governo abbia il dovere di spiegarsi e interagire in modo dinamico, trasparente ed efficace con il Parlamento, in maniera da individuare soluzioni, ove opportuno anche innovative e coraggiose, verso un comune obiettivo europeo".

LA COMMISSIONE EUROPEA - “Noi rispettiamo pienamente le competenze dei Parlamenti nazionali”, ha detto un portavoce della Commissione europea, in riferimento alle parole del premier Mario Monti pronunciate nell’intervista a “Der Spiegel”, al quale ha dichiarato che, “se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro Parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell’Europa sarebbe piu’ probabile di un’integrazione”.

Bailly rispondeva a una domanda sull’intervista ad un settimanale tedesco del presidente del Consiglio Mario Monti. “Abbiamo visto l’intervista, è molto lunga e sarebbe difficile commentare una singola frase. Non commenterò nello specifico l’intervista o le frasi usate da Monti”. Ad ogni modo in generale la linea della Commisisone europea su alcune delle tematiche toccate è che “l’Unione europea è basata su date regole, che sono chiare e descritte nei vari trattati”.

“Quando si tratta di attuare le decisioni prese da governi a Bruxelles, devono essere tradotte o accettate con procedure nazionali e in alcuni paesi queste decisioni devono essere ratificate dai Parlamenti nazionali. Queste sono le regole e, come sul Esm, non ci sono altre strade al di fuori di queste regole per procedere. E noi - ha concluso Bailly - rispettiamo pienamente le competenze dei Parlamenti nazionali”.