ROMA, 7 agosto 2012 - FA EFFETTOsentire Antonio Di Pietro citare e dare ragione a Bettino Craxi. E lo fa per sferrare l’ennesimo attacco al Quirinale. Immediata la reazione del Colle con una nota in cui si stigmatizzano i «nuovi, assurdi artifizi provocatori nel quotidiano crescendo di un’aggressiva polemica personale contro il Presidente della Repubblica».
Lo scontro prende il via da un’intervista rilasciata da Di Pietro a un settimanale. Esistono, dice, «due Giorgio Napolitano, quello che ci racconta oggi la pubblicistica ufficiale, il limpido garante della Costituzione, e quello che raccontò l’imputato Bettino Craxi in un interrogatorio formale, reso nel 1993 durante una pubblica udienza del processo Enimont, uno dei più importanti di Tangentopoli».

QUESTA
volta l’ex pm ha dovuto utilizzare le parole del suo storico avversario: un segnale evidente del punto di rottura a cui ormai sono arrivati i suoi rapporti con il Colle. Di Pietro riprende da Craxi l’accusa più politica che il segretario socialista aveva formulato: «Craxi descriveva quel Napolitano, esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera, come un uomo molto attento al sistema della Prima Repubblica specie coltivando i suoi rapporti con Mosca. Io credo che in quell’interrogatorio formale, che io condussi davanti al giudice, Craxi stesse rivelando fatti veri perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l’una: o quei fatti raccontati non avevano rilevanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure». E dopo la replica del Colle, Di Pietro insiste: «A coloro che si qualificano come fonti del Quirinale, consiglio di risentire dal vivo su youtube le dichiarazioni rese da Craxi».

IL CAPOGRUPPOIdv alla Camera, Massimo Donadi, rinuncia a pubbliche prese di posizione, ma cresce all’interno dell’Idv, se non una fronda certamente la voglia di distinguersi da una linea politica considerata sempre più una ‘deriva grillista’. Parla solo Elio Lannutti, che ha già detto di chiamarsi fuori dell’Idv per il futuro: «Non so come si può andare avanti così. Ma come si fa a dare ragione a Craxi? È imbarazzante». Dello stesso avviso anche Francesco Boccia, Pd, che parla di «disperazione totale» di Di Pietro che «pur di dedicare la quotidiana offesa al capo dello Stato, diventa anche craxiano».