Olivia Posani
ROMA
IL DOSSIER

Wind Jet non si può riaprire. Andrea Ragnetti, amministratore delegato di Alitalia lo dice ai giornalisti entrando al ministero dello Sviluppo e lo ribadisce a Corrado Passera a cui spiega: «Non c’è più nessuna possibilità di ricominciare alcun tipo di dialogo». «Abbiamo rilevato l’indisponibilità dell’Alitalia ad andare avanti, cercheremo altre strade per risolvere la vicenda», risponde l’amministratore dell’aviolinea siciliana prossima al fallimento, Stefano Rantuccio. Dopo oltre 6 ore di confronto, presenti anche i sindacati e i vertici dell’Enac, Passera ha preso atto: «Alitalia è interessata a Wind Jet ma non a queste condizioni e la compagnia siciliana ha deciso di continuare per conto suo e valutare altre ipotesi di cessione».

E ORA?

Wind Jet chiederà un concordato ai creditori e nel frattempo analizzerà le proposte di altri partner possibili. Se non ci riuscirà si arriverà al commissariamento. Il sindacato ha chiesto al ministro di garantire il salario ai dipendenti e Passera si è impegnato ad aprire un tavolo sul trasporto aereo. Altrimenti, spiega il responsabile trasporti della Cisl, Franco Persi, «la desertificazione è assicurata». Il governo ha poi preso atto della decisione di Wind Jet, a fini cautelativi, di chiedere la sospensione della licenza di trasporto aereo.
Nessuno scommetteva su una ricucitura, ma all’Alitalia ora preme rispondere a quanti, Codacons in testa, la accusano di voler lucrare sui passeggeri lasciati a terra dalla compagnia low cost facendo pagare loro un sovrapprezzo (75 euro per le rotte nazionali). «L’Alitalia — dice Ragnetti — perde ogni giorno 80mila euro per la riprotezione dei passeggeri della Wind Jet bloccati a terra». La compagnia di Pulvirenti è infatti ormai al collasso, ma il fallimento, assicura Ragnetti «non è colpa nostra, è dovuto alla cattiva gestione della compagnia siciliana». Ragnetti ricostruisce poi i motivi del fallito matrimonio: «Non abbiamo mai cambiato idea sull’accordo, sono loro che non hanno voluto chiudere. Niente di tutto ciò che avevamo chiesto con l’intesa del 29 giugno si è avverato. Nessuna garanzia ci è mai stata fornita. Abbiamo ricevuto solo insulti e insinuazioni e ad un certo punto finisce la pazienza».

LE PAROLE


del maneger sulla situazione di Wind Jet hanno provocato la levata di scudi delle associazioni dei consumatori, che se la prendono con l’Enac: «Ci troviamo di fronte a questioni di codice penale. Ma come? Alitalia sapeva e chi è preposto al controllo no. Ci sono possibili collusioni per fini privati». Immediata la replica dell’Ente di controllo: «Sarebbe stato irresponsabile un intervento da parte nostra durante una trattativa», dice il direttore generale, Alessio Quaranta. Intanto il Codacons ha diffidato le agenzie di viaggio e i circuiti di pagamento delle carte di credito a non riversare alla compagnia siciliana il denaro dei viaggiatori, «si configurerebbe il reato di appropriazione indebita e truffa aggravata».