Nuccio Natoli
ROMA
NEL SUO

piccolo, è una grande rivoluzione. È la novità del ‘principio attivo’ a cui devono fare buon viso aziende farmaceutiche, medici e farmacisti, Per i consumatori italiani stressati dalle troppe tasse, potrebbe tradursi in un risparmio da 700 milioni l’anno. Da ieri i medici sono tenuti a indicare sulle ricette rosse, quelle che danno diritto ai farmaci a carico (a parte il ticket) del Sistema sanitario nazione, non più il nome commerciale, ma solo il principio attivo del medicinale.
Il farmacista ha l’obbligo di consegnare il medicinale con il principio attivo che ha il prezzo più basso. Se più prodotti hanno lo stesso prezzo, la scelta può farla il farmacista magari concordandola con l’acquirente. Il paziente ha la possibilità di chiedere una marca specifica, ma in questo caso sarà tenuto a pagare di tasca propria la differenze rispetto alla medicina con il prezzo più basso.

NELLA RICETTA


il medico ha la facoltà di indicare il nome commerciale e la marca, ma se lo fa deve aggiungere la dizione «non sostituibile» e una breve spiegazione del perché della sua scelta. Ovviamente, se ne assume la responsabilità. Con una nota il ministro della Salute ha indicato i due i casi in cui il medico è autorizzato a mettere la dizione «non sostituibile». Il primo è il caso di un malato cronico, a cui può non essere opportuno cambiare il medicinale cui è abituato. Il secondo fa riferimento all’eventualità di patologie non croniche, ma di una malattia di cui si è sofferto in passato e che era stata curata con un medicinale specifico che aveva dato buoni risultati. Non ci sono obblighi né per il medico, né per il farmacista sulle ‘ricette bianche’ che il paziente paga integralmente di tasca propria.

SULLA CARTA

l’obbligo della ricetta rossa con l’indicazione del principio attivo è scattato ieri, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale delle norme sulla spending review. Il sindacato dei medici di famiglia Fimmg, invece, sostiene che vi sarebbero trenta giorni di tempo per adeguarsi alla nuova normativa. La Fimmg ha chiesto al ministero di essere convocata per discutere la questione. Sia come sia, da ieri, o al massimo dal 15 settembre, la rivoluzione c’è. L’introduzione della regola del principio attivo è stata salutata con soddisfazione dalle associazioni dei consumatori. Secondo Federconsumatori e Adusbef, dopo il mezzo flop dei farmaci generici (negli ultimi anni il loro consumo è stato appena il 16-18% rispetto al totale), il principio attivo (e soprattutto l’obbligatorietà imposta a medici e farmacisti) potrà farci avvicinare allo standard europeo in cui questo tipo di consumi tocca quasi il 50% del totale. Le associazioni dei consumatori hanno calcolato che si potranno risparmiare 6-700 milioni di euro l’anno. Con i tempi che corrono non sono da buttare via.