LEUROPA si va dividendo. E lo fa seguendo uno schema classico: i ricchi da una parte e i poveri dallaltra. O, se si vuole, i virtuosi saldi al loro posto e i meno virtuosi abbandonati al loro destino. In termini più concreti in Europa circola una nuova espressione: Grexit. Che sta per exit (dalleuro) della Grecia. Nelle ultime ore sia il presidente delleurogruppo, Juncker, che il ministro delle finanze tedesco, Schaeuble, hanno detto che sarebbe opportuno che tutti pensassero alla possibilità che leuro, così comè, non tenga. Per quello che se ne sa, la situazione è la seguente. I tedeschi (anche se non lo dicono apertamente) sono rassegnati a vedere uscire la Grecia dalleuro, anche se nessuno riesce a valutarne le conseguenze politiche (e finanziarie). Ma i tedeschi (e questo emerge da incontri informali) sembrano dellidea che sia possibile sacrificare la Grecia per salvare gli altri 16 paesi delleurogruppo. La diagnosi è che Atene non ha una vera economia e che quindi, aiuti a parte, non ha alcuna possibilità di stare validamente dentro larea euro. Il problema, insomma, non sta nel dare tanti o pochi aiuti alla Grecia o nel chiederle tanti o pochi sacrifici, ma nel valutare se Atene ha la forza di stare dentro una comunità dura. E la risposta di molti ambienti tedeschi (imprenditoriali e finanziari, soprattutto) è che questa forza non cè. Quindi, Grexit.
I PERICOLI sono evidenti. La Grecia rischia nei prossimi giorni di diventare quello che la banca Lehman è stata per la crisi del 2008, una specie di detonatore. A meno che non sia possibile immaginare una sorta di esplosione controllata. Solo che la lista dei paesi in difficoltà non si ferma alla Grecia (anche se nessuno, per la verità, ha uneconomia così debole). E il sospetto è che lEuropa non disponga di artificieri così bravi da far saltare per aria Atene, salvando tutti gli altri 16 paesi. E infatti dallEuropa ricca arriva linvito (generico, per ora) a studiare la possibilità che qualcuno debba lasciare leuro. Insomma, proviamo a fare unesplosione controllata. E già cè chi pensa a due euro (Nord e Sud) o anche a tre-quattro monete. La verità è che i virtuosi non hanno più tanta voglia di tirare fuori soldi per i meno virtuosi e, forse, tutti quei soldi non li hanno nemmeno. Il messaggio allora è chiaro: sta arrivando la bufera, chi si salva si salva. Gli altri cerchino di non affogare. Oppure cerchino di passare di corsa fra i virtuosi. Il tempo delle chiacchiere è finito.
I PERICOLI sono evidenti. La Grecia rischia nei prossimi giorni di diventare quello che la banca Lehman è stata per la crisi del 2008, una specie di detonatore. A meno che non sia possibile immaginare una sorta di esplosione controllata. Solo che la lista dei paesi in difficoltà non si ferma alla Grecia (anche se nessuno, per la verità, ha uneconomia così debole). E il sospetto è che lEuropa non disponga di artificieri così bravi da far saltare per aria Atene, salvando tutti gli altri 16 paesi. E infatti dallEuropa ricca arriva linvito (generico, per ora) a studiare la possibilità che qualcuno debba lasciare leuro. Insomma, proviamo a fare unesplosione controllata. E già cè chi pensa a due euro (Nord e Sud) o anche a tre-quattro monete. La verità è che i virtuosi non hanno più tanta voglia di tirare fuori soldi per i meno virtuosi e, forse, tutti quei soldi non li hanno nemmeno. Il messaggio allora è chiaro: sta arrivando la bufera, chi si salva si salva. Gli altri cerchino di non affogare. Oppure cerchino di passare di corsa fra i virtuosi. Il tempo delle chiacchiere è finito.
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