Bergamo, 20 agosto 2012 - ALLA NOTIZIA, lui ci ha scherzato su: «Sono tornato un uomo libero. A tutti è stato abbassato di un grado il livello di sicurezza e trovo che sia giusto». Aggiungendo però, un attimo dopo, «di provare ancora qualche preoccupazione. Potrebbe arrivare qui un kamikaze e farsi saltare in aria, come a Milano nel 2009». Il personaggio in questione è l’ex ministro e senatore leghista Roberto Calderoli, a cui il 13 agosto è stato tolto il presidio fisso delle forze dell’ordine davanti alla sua villa, sui colli di Mozzo, zona residenziale alla porte di Bergamo. Il servizio vedeva impegnati ogni giorno otto tra poliziotti, carabinieri e finanzieri suddivisi a coppie su quattro turni di sei ore ciascuno, per coprire tutte le 24 ore. Costo complessivo, in due anni, pari a 900mila euro. Gli uomini della scorta dovevano presidiare la villa anche quando all’interno non c’era nessuno. Deserta: ma lorodovevano stare lì. Il presidio fisso a Calderoli era stato disposto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per garantire l’incolumità al senatore, dal momento in cui lo stesso era finito nel mirino degli estremisti islamici fin dal 2006, dopo la vicenda della maglietta con la caricatura di Maometto.

Agli otto uomini davanti alla villa di Mozzo, vanno poi aggiunti altri otto agenti: quattro a Roma e quattro a Bergamo. Fanno parte della scorta personale dell’ex ministro, che è stata mantenuta. «La decisione di togliere il presidio fisso non arriva per le polemiche sulla scorta al presidente della Camera, Fini — ha sottolineato Calderoli — ma è stata concordata una decina di giorni fa dal Comitato provinciale per la sicurezza. Quanto alla mia scorta personale, a Roma ne ho una, e a Bergamo due, ma non so se anche qui ci saranno tagli».

I TAGLI alle scorte erano stati annunciati dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, a Ferragosto. Sono almeno duemila i poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della polizia penitenziaria impiegati ogni giorno per questo servizio. La decisione del Viminale ha trovato subito l’approvazione dei sindacati di polizia. «Abbiamo vinto una battaglia — spiega il segretario generale del Siulp, Luigi Menditto —. La decisione di togliere il presidio fisso alla villa di Calderoli non può che lasciarci soddisfatti. Per mesi coni i colleghi dell’Ugl si siamo battuti perché questo spreco di risorse venisse eliminato». Anche il sindacato Ugl Polizia di Stato della Provincia di Bergamo ha espresso soddisfazione. «Siamo fiduciosi che anche a livello centrale l’Amministrazione abbia iniziato a rivedere i servizi di tutela e scorta alle personalità senza naturalemente mettere a rischio l’incolumità e la sicurezza di quanti sono effettivamente a rischio».

r. s.