Bolzano
«LA MIA FELICITÀ
non è quella di vincere una medaglia». Sta qui, in questa frase, la differenza tra Carolina Kostner (campionessa mondiale ed europea in carica di pattinaggio artistico) e il fidanzato Alex Schwazer, ex campione olimpico della 50 chilometri di marcia, che si è dopato per la paura di non vincere la medaglia e che, dopo un controllo, è stato fermato e ha detto addio alle Olimpiadi di Londra. Per Carolina è una conferenza stampa difficile quella in cui spiega i suoi programmi e in cui deve dire la sua sulla vicenda del fidanzato. «Non condivido assolutamente ciò che Alex ha fatto in ambito sportivo — dice Carolina— è stato un grande errore e sono molto arrabbiata. Però sotto l’aspetto umano posso dire di averlo visto soffrire tante volte. Lo ammiro per il coraggio che ha avuto di ammettere i suoi errori davanti a tutti. Ha pagato e pagherà per i suoi errori, ma spero si sia liberato anche dai demoni che aveva nella sua testa. Spero che ritorni la persona che ho conosciuto quattro anni fa». Già, quattro anni fa la favola di Alex e Carolina è cominciata e lui viveva la gioia immensa di un oro olimpico a Pechino.

«QUANDO

Alex ha vinto a Pechino nel 2008 è finito per un solo giorno sulle prime pagine dei giornali, adesso per settimane intere». Carolina glissa sul suo rapporto con Schwazer, ma pare che i due abbiano preso una “pausa di riflessione” e che non si vedano da un paio di settimane.
CAROLINA, comunque, guarda al futuro, il che significa anche lo spettacolo su ghiaccio, che unisce musica lirica e pattinaggio artistico, intitolato ‘Opera on Ice’ che si terrà il 22 settembre all’Arena di Verona. La Kostner, campionessa del mondo e d’Europa in carica, parla della sua prossima stagione che affronterà «in modo più tranquillo». «Molte persone mi hanno detto di concludere la carriera quando sei al top, so anche che sarà molto difficile ripetersi ma personalmente a me piace lavorare con la musica e i giovani. Alle Olimpiadi di Sochi del 2014 voglio esserci».
INTANTO, prosegue l’inchiesta su Schwazer e l’epo e dal computer del marciatore emerge una ricerca documentata di sostanze dopanti, ma che non risale più indietro del settembre 2011. Davanti ai magistrati il marciatore ha detto di aver nascosto l’epo in una scatola di Voltaren, per evitare complicazioni all’aeroporto. Nel computer dell’atleta, gli inquirenti hanno trovato tracce di ricerche su sostanze dopanti ed una cartella con alcuni file con informazioni sull’epo. Tutto ciò a partire da settembre 2011. Prima di questa data non risultano attivita’ di questo genere. Non risulta nemmeno ai magistrati, almeno al momento, l’intervento di terze persone.