MILANO
ANTONIS
Samaras non è riuscito a smuovere Angela Merkel dalla sua ferma decisione di non concedere altri aiuti alla Grecia prima del verdetto a ottobre della Troika. L’opinione pubblica tedesca sta perdendo la pazienza verso Atene, considerata - parole della Bild - «un pozzo senza fondo» e il cancelliere ne prende atto realisticamene in vista delle prossime elezioni del 2013. Merkel si augura certo che la Grecia resti nell’euro ma deve rispettare gli impegni presi, privatizzare gli asset pubblici, rispettare le indicazioni della Troika. Questo ha affermato al termine dell’incontro con il premier greco a Berlino. «L’incontro è stato un buon inizio, ma tanto resta ancora da fare», ha detto Merkel, ribadendo di volere «che Atene resti nella moneta unica».

QUANTO

al premier greco, palesemente in imbarazzo durante la breve conferenza stampa, come uno studente che non abbia fatto i compiti a casa, non ha potuto che ribadire il suo impegno, anche nei confronti del presidente francese Francois Hollande, che oggi incontrerà a Parigi. «La Grecia sarà coerente con gli impegni assunti e non vi verrà meno», ha assicurato. «Ho la certezza che il rapporto della Troika mostrerà i risultati del nuovo governo. I fatti valgono più delle parole e sono convinto che il nostro programma darà i suoi frutti molto presto». Ma nei colloqui avuti a Berlino «abbiamo posto la grande questione che si chiama sviluppo, chiediamo di far ripartire la crescita, ma per arrivare più lontano ci serve un po’ di respiro perché stiamo nuotando sott’acqua», ha sottolineato il premier greco. Samaras ha denunciato «certe dichiarazioni velenose che, da qualunque parte provengano, ci fanno solo del male, visto che il nostro popolo sta facendo tanti sacrifici senza aver visto progressi e siamo nel sesto anno di rallentamento dell’economia».

SAMARAS

ha sottolineato come ad Atene ci sia «un governo deciso ad andare avanti e a fare le privatizzazioni per diminuire il debito e uscire prima dal tunnel» e ha lamentato, in riferimento alle recenti parole di ministri del governo tedesco, che «se un importante rappresentante di un paese qualsiasi, fa una dichiarazione sul ritorno del paese alla dracma» si crea «una lotta impari». Per questo - ha aggiunto - «ho chiesto alla cancelliera che tutto ciò finisca».
Elena Comelli