Milano, 2 settembre 2012  - Non si ferma l’omaggio al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano deceduto venerdì pomeriggio. Sono circa 90mila, finora, le persone che hanno reso omaggio al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, deceduto venerdi’ pomeriggio. Si stima che dalle 7 alle 13 di oggi sono 30 mila i fedeli che hanno reso omaggio alla salma e che si aggiungono ai 60 mila che ieri hanno sfilato davanti alla bara. Al termine di una lunga notte di preghiera, dopo una prima giornata di omaggio alla salma, stamane la bara che custodisce le spoglie del cardinale è stata chiusa, ma prosegue il flusso ininterrotto di persone (oltre 6 mila all’ora).

Un serpentone che scorre lungo la navata del Duomo di Milano per l’ultimo saluto, in attesa delle esequie che saranno celebrate domani, alle 16, alla presenza del premier Mario Monti e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. I fedeli che desiderano partecipare alla funzione, presieduta dal cardinale Angelo Scola, potranno liberamente accedere alla cattedrale a partire dalle ore 14.30 (il Duomo sarà chiuso dalle ore 11.30 alle ore 14.30) e fino all’esaurimento dei posti disponibili. Chi non troverà posto potrà seguire la celebrazione anche da Piazza Duomo: per l’occasione sono stati predisposti dei maxischermi. La salma del cardinal Martini, che indossa la veste della messa di Resurrezione con la croce pettorale, mitra pastorale e palio, sarà poi sepolta in Duomo.

IL PREMIER - Mario Monti è arrivato intorno alle 17.30. Ilpresidente del Consiglio, entrato senza rilasciare dichiarazioni, in precedenza si era intrattenuto per circa mezz’ora nel palazzo dell’Arcivescovado che si trova affianco al Duomo. Al suo passaggio il premier è stato salutato da un applauso da parte della piccola folla che si è formata fuori dall’ ingresso della cattedrale, da cui sono state fatte entrare in questi giorni le autorità.

POLEMICHE SULL'ACCANIMENTO TERAPEUTICO - E dopo l'attacco di Radio Vaticana, anche l quotidiano della Cei, Avvenire, condanna “le polemiche suscitate da certi opinionisti e da taluni politicanti” riguardo alla decisione del cardinale Carlo Maria Martini che si rinunciasse ad ogni forma di accanimento terapeutico. “Non riesco a capire - scrive il direttore, Marco Tarquinio - come si possano compiere, senza vergogna, simili deformazioni di fatti e verità”.

“Dico solo - aggiunge Tarquinio - che i tentativi di stravolgere e strumentalizzare in chiave antiecclesiale il senso delle ultime ore terrene del cardinale Carlo Maria Martini mi ricordano amaramente quelli operati addirittura contro il beato Papa Giovanni Paolo II. Che squallore, e che ingiusti e tristi (questi si’) accanimenti. Ma la consapevolezza di cio’ che vale e la speranza illuminata dalla fede in Gesu’ Cristo sono assai piu’ grandi”. 

“Neppure di fronte alla morte di una personalità eminente, il cardinale Carlo Maria Martini, testimone appassionato e credibile di un profondo amore alla vita propria e di tutti coloro che incontrava nel suo ministero culturale, magistrale e pastorale, si sono fermati i soliti innescatori di baruffe mediatiche, sempre alla caccia di presunte incoerenze tra l’insegnamento ufficiale della Chiesa in materia morale e le posizioni personali di alcuni suoi membri”, scrive anche lui su Avvenire il sacerdote medico don Roberto Colombo, ordinario di genetica all’Universita’ Cattolica.

Secondo lo scienziato, “paragonare la lucida e umanissima decisione del cardinale e dei suoi medici di fronte all’ultima crisi parkinsoniana, di metà agosto, che ha segnato il breve epilogo della sua esistenza terrena (circa due settimane), segnato dalla ‘incapacità a deglutire cibi solidi e liquidi’, come affermato dal suo medico curante, con le scelte del padre di Eluana Englaro o di Piergiorgio Welby è una operazione strumentale priva di ogni realistico riferimento clinico ed etico”.