BOLOGNA
MATTEO RENZI, il Rottamatore del Pd, fa il tutto esaurito alla Festa dell’Unità di Bologna, roccaforte bersaniana. Il
one man show del sindaco di Firenze, in calendario come presentazione del libro Stil Novo, è in realtà una sorta di test prima della lunga corsa (in camper, 108 tappe) verso le primarie del centrosinistra, in cui Renzi sfiderà il segretario Pierluigi Bersani.
Il sindaco cerca di smussare gli angoli, di dribblare le polemiche. Ma le sue parole alla radio su Walter Veltroni («i successi maggiori li ha avuti come romanziere»), fanno innervosire anche Pietro Ichino e Salvatore Vassallo, renziani doc. Durissima Rosy Bindi, che riserva alle parole di Renzi termini come «imbarbarimento, demagogia e populismo».
Lui replica: «Invito tutti a essere meno permalosi. Parliamo di più dei problemi reali della gente e meno dei nostri problemi politici interni». Poi rimarca la linea: «Se vale il principio che noi stiamo cercando di affermare, cioè che dopo tre mandati si va a casa, questo vale anche per Veltroni, non solo per D’Alema». Piovono applausi. «State applaudendo lo statuto del Pd», afferma Renzi. E punge: «Mi dicono: è vero, abbiamo delle regole, ma ci sono delle deroghe. Io dico che in questo Paese dovremmo comincare a rispettare più le regole e a concedere meno deroghe». Altri applausi.
RENZI atacca quindi a testa bassa il leader di Sel, Nichi Vendola, che lo ha definito «in continuità con le politiche liberiste». Fra la Cgil e Marchionne, aveva detto il governatore pugliese, «Renzi sceglie Marchionne». «Da Vendola non accetto lezioni su cosa è o non è di sinistra», sbotta il sindaco di Firenze. E affonda: «Caro Nichi, non è di sinistra mandare a casa il governo Prodi, come hai fatto tu nel 1998».
Nessuna polemica, invece, nei confronti di Bersani. Anzi. Al segretario, afferma Renzi, «va la mia stima per aver avuto il coraggio di affrontare le primarie, che qualche dirigente del Pd voleva mettere in discussione». E, proprio in tema di primarie, lo sfidante si rivolge ai dirigenti del partito: «Non abbiate paura di noi, perché non siamo dei marziani, ma delle persone che tentano di portare delle idee. Se saranno idee maggioritarie lo decideranno i cittadini».
Di certo, assicura Renzi, «non parleremo mai male dei nostri amici e dei nostri compagni di strada». E, alla fine del percorso, «il Pd sarà più forte, non più debole». Nessuna discussione sulle regole del gioco. «Purché, come ha detto Bersani, si tratti di primarie aperte, libere e democratiche». E a chi dice . Chi dice che le primarie «non vanno bene perché ci sono troppe divisioni, rispondo che un partito che non discute è morto».
Luca Orsi