ROMA, 25 settembre 2012 - STABILIRE chi sia più coatto tra Fiorito-Er Batman e De Romanis-Ulisse è un po’ come risolvere l’annoso dubbio se sia più forte Superman o Hulk. L’unica certezza è che dal Laziogate è emersa una stirpe di nuovi eroi, dotati di poteri ciociari devastanti.

IL CAVALIERE OSCURO
Francone Fiorito non ha nulla da invidiare a Bruce Wayne. Come il miliardario di Gotham non ama la luce del sole: «Si alza tardi, verso mezzogiorno. Prende l’auto — ha raccontato un suo vicino di casa — e se ne va. Qualche volta esce ancora più tardi». Fiorito, 180 chili di strapotere, è una vera macchina da guerra. Tra i suoi ‘nemici’ c’è Alemanno: «L’altro giorno — ha affermato spavaldamente Er Batman — me lo volevo mettere nel taschino». Anche lui, come il personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger, aiuta sempre e solo i più deboli. «Io non rubavo. Non ho mai rubato. E se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede. Io — ha spiegato davanti alle telecamere — distribuivo risorse». Il suo carisma è l’arma in più. «Nella mia vita — ha raccontato Bruno Galassi, segretario del gruppo Pdl in Regione — non ho mai comandato, ho fatto solo il dipendente. Anche nel gruppo del Pdl. Diciamo che non avevo libero arbitrio. Ero senza lavoro. (Fiorito,ndr) è stata un’ancora di salvezza. Il capo disponeva di me». Ma per Francone una sola Batmobile (il Suv di cui aveva «tremendamente bisogno») non era abbastanza. «Perfino ai night — ha fatto sapere Claudio Celletti, compagno di partito — ci andava con la macchina del Comune di Anagni. Tre, quattro, cinquemila euro a notte». Puro stile Bruce Wayne, insomma. Ma anche il Federale di Anagni ha un punto debole: «Sono allergico alle ostriche», ha spiegato in tv.

IL PROFESSOR XAVIER
Il leader degli X-Men è dotato di un’intelligenza sopraffina, ma in molti alla regione Lazio potrebbero umiliarlo. Tra loro c’è Stefano Galletto. «La mia vita senza auto blu? E come vuole che cambi? Vorrà dire — ha spiegato in vista dei tagli operati dalla Polverini — che quando sarò in macchina dovrò guidare io e fare meno telefonate». Una vera tragedia, evitata solo dagli iperattivi neuroni del consigliere Pd: «Potrei usare l’auricolare». Eureka! Sembra che la Nasa, impressionata dalla velocità di elaborare nuove strategie in ambienti ostili, sia già sulle sue tracce.

L’UOMO RAGNO
C’è anche chi si arrampica sugli specchi meglio di Peter Parker. Carlo De Romanis, nonostante le foto del toga party organizzato in suo onore circolassero da tempo su Facebook, ha sfruttato alla grande il suo senso di ragno per evitare le accuse: «Ma quali donne semi svestite? Era una festa in costume con gladiatori e vestali per celebrare il Natale di Roma».

DEVIL
Sono in molti alla Pisana a voler soffiare il costume rosso all’eroe non vedente della Marvel. L’elenco di chi non si è accorto di quello che stava succedendo, almeno secondo le dichiarazioni ufficiali, è sterminato. In pole position per prendere il posto di Devil c’è Mario Brozzi. «Mario Abruzzese (il presidente del consiglio regionale, ndr) pagava, io non chiedevo. E in ogni caso — ha spiegato — non ho mai avuto motivo di ragionare su questa cosa fino a questi giorni. Ricevevo una cifra che ritenevo più che congrua e cercavo di utilizzarla al meglio».

SUPERWOMAN
Renatona Polverini sperava di sostituire Clark Kent, ma lo scandalo che le è esploso tra le mani l’ha messa ko. «Psicofisicamente — giurava spavalda — a me nun m’ammazza nessuno. Nun c’è provà». Come l’Uomo di Acciaio ha dimostrato di saper tornare indietro nel tempo: «Le mie dimissioni erano vere, ma sospese». Nei giorni scorsi, in ogni caso, aveva cominciato a dare i primi segni di cedimento: «Ieri sera, per la prima volta, ho preso delle gocce per dormire, non l’avevo mai fatto, eppure — aveva confessato — ne ho passate tante». Ma il vero colpo di grazia è arrivato dai più piccoli. «Non me reggo in piedi. Me so fatta ‘na pannecchiella in macchina. Sai – aveva raccontato al sindaco Servadio — so’ stata con i bambini emiliani allo Zoomarine». Criptonite allo stato puro: troppo anche per Super Renata. Le dimissioni, evidentemente, erano inevitabili. In pochi però sono preoccupati: i nostri politici, come i supereroi, alla fine tornano sempre.

di Luca Bolognini