ROMA. 1 ottobre 2012 - IN ITALIAessere precario significa anche avere uno stipendio più basso degli altri lavoratori. E nemmeno rivalutato sul costo della vita. La conferma arriva dall’Isfol (l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) che registra per i dipendenti a termine un salario medio inferiore ai mille euro, pari nel 2011 a 945 euro, appena un euro in più rispetto all’anno precedente.
La differenza con la retribuzione tipo del lavoratore fisso si fa sentire: è inferiore del 28 per cento.
Il reddito da lavoro netto che un dipendente a tempo indeterminato percepisce in media al mese è di 1.313 euro. Non passa inosservato anche come al variare dell’età il guadagno di un precario resti al palo: si va dagli 834 euro dei 15-24enni ai 996 euro dei 35-44enni. Per le posizioni permanenti, invece, il gap è evidente: si parte dai 926 euro dei giovanissimi per arrivare a sfiorare i 1.500 euro.

L’AGGIORNAMENTO dei dati sui redditi mensili da lavoro dipendente, già contenuti nel Rapporto Isfol 2012, fa così luce sul valore del lavoro precario, oggi in espansione proprio a causa della crisi. Il direttore generale dell’Istituto, Aviana Bulgarelli, sottolinea come il divario tra i salari medi di chi ha un posto fisso e quello di chi è a tempo «risulti in crescita rispetto all’anno precedente», quando era al 27,2 per cento.
Per Bulgarelli alla base dello ‘sconto’ applicato ai dipendenti a termine ci sono diverse ragioni: «In primo luogo il lavoro a termine evita, con la scadenza dei contratti, l’applicazione delle fasce di anzianità previste dai contratti collettivi; inoltre i dipendenti temporanei usufruiscono in misura minore della componente retributiva legata a straordinari e ad altri emolumenti; tra i contratti a termine infine il lavoro a tempo parziale incide in misura decisamente maggiore (25,5 per cento a fronte del 14,9 per cento del lavoro a tempo indeterminato), contribuendo a ridurre il salario medio».

INSOMMA i motivi sono vari e sicuramente a subire la penalizzazione maggiore sono i più giovani, con gli under-35 che rappresentano oltre il 50 per cento del lavoro precario. Anche se ormai i rapporti a tempo si fanno strada anche tra i più adulti, con circa un milione di dipendenti senza posto fisso over-34, pure loro con guadagni medi sempre al di sotto dei mille euro.
Certo è che per i più giovani, 15-24enni, non c’è scampo: siano fissi o precari, lo stipendio medio risulta sempre sotto i mille euro: è in media pari a 880 euro, cioè 834 per il lavoratore a tempo determinato e 926 per quello col posto fisso.