Stefano Grassi
ROMA
EUROPA

da Nobel. Sì, da Nobel per la pace. «L’Unione europea e i suoi predecessori hanno contribuito per più di 60 anni alla pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani».
Parola del presidente del Comitato per il Nobel, il norvegese Thorbjoern Jagland, che ieri ha assegnato il più prestigioso riconoscimento planetario proprio all’Europa unita. «Oggi la Ue sta attraversando gravi difficoltà economiche — viene sottolineato nelle motivazioni del premio — e il comitato del Nobel vuole puntare su quello che considera il più importante risultato dell’Ue: il successo della lotta per la pace». Viene quindi rimarcato come la Ue abbia aiutato a trasformare l’Europa «da continente di guerra in continente di pace» e quanto l’opera della Ue rappresenti quella «fraternità fra le nazioni» e quel «congresso di pace» auspicato da Alfred Nobel.
Un riconoscimento, però, che viene, paradossalmente dalla capitale europea che più di tutte l’Europa unita l’ha bocciata, non una ma ben due volte, con sonori ‘no’ sanciti da partecipati referendum popolari. E anche, ieri, infatti, non sono mancate le polemiche. Ma ci voleva proprio questo Nobel per ridare smalto all’azione federativa. Coglie al volo l’opportunità il presidente del Consiglio Mario Monti: «questo riconoscimento potrà dare ulterioreforza ai governi per proseguire con determinazione nell’obiettivo di un’Unione Europea coesa, solidale e aperta verso il resto del mondo, superando le difficoltà economiche attraverso il rafforzamento degli strumenti di azione adeguati, decisi e governati in comune». Gli fa eco la Cancelliera Angela Merkel che ricorda ai tanti avvoltoi euroscettici che «l’euro è più di una moneta e questo non va dimenticato, soprattutto in un momento in cui si lavora per rafforzarlo».
Ma se è stato ampissimo il coro di giubilo dai massimi scranni istituzionali, non è mancata qualche polemica. Dai social network (su Twitter è stato tra i temi più dibattuti), ma soprattutto da parte dei dissidenti russi che speravano di trovare in Oslo un alleato contro l’autoritarismo di Putin. Le proteste non hanno, comunque, rovinato la festad i Bruxelles. «La Ue è qualcosa di molto prezioso e dobbiamo tenerla cara per il bene del mondo», ha detto il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, mentre il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha definito la Ue «partner unico e essenziale». Emozionato il Presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy: «La Ue è il più grande operatore di pace nella storia», mentre per l’ex presidente della Commissione Europea Jacques Delors è «un messaggio sia morale che politico».

ALLE PAROLE




di Napolitano — «l’integrazione europea è nata innanzitutto come progetto di pace» — si unisce il presidente francese, Francois Hollande: «un premio che impegna tutti per un’Europa più unita, più giusta e più forte». Il segretario di Stato, Hillary Clinton afferma, infine, come sia notevole vedere l’Europa del ventunesimo secolo unita e in pace e questo, spiega «non è il frutto del caso».