ROMA
«BERSANI
ha avuto coraggio ad accettare la sfida delle primarie, cosa che a norma di statuto non era tenuto a fare. Ma ora dovrebbe avere altrettanto coraggio nell’accettare primarie davvero aperte». Il suggerimento viene dal professor Roberto D’Alimonte (nella foto Imagoeconomica) della Luiss, uno dei più stimati politologi italiani. «Quello che è chiaro nel regolamento delle primarie — spiega — è che gli uffici elettorali nei quali registrarsi sono diversi dai seggi. Non è chiaro invece è se saranno costituiti dentro ai seggi».
E cambia parecchio?

«E’ un elemento cruciale. Fa una grossa differenza se uno dovrà andare in un ufficio diverso per registrarsi o se potrà farlo nel seggio: gli effetti sulla partecipazione saranno evidenti».
E il regolamento su questo aspetto non è abbastanza chiaro?
«Dice che la registrazione potrà avvenire fino al 25 novembre, quindi a urne aperte, ma demanda ai coordinamenti provinciali la scelta delle sedi degli uffici elettorali. Significa forse che ci potranno essere scelte diverse da provincia a provincia? Il Pd dovrebbe chiarirlo. Il 25 novembre gli uffici elettorali dovrebbero essere ovunque accanto o dentro i seggi».
Sul secondo turno invece il regolamento è esplicito: si deve essere registrati precedentemente.



«E lì l’asticella della partecipazione si alza».
Il che è un male?

«A mio avviso chi vuole votare alle primarie dovrebbe essere messo in condizione di farlo nella maniera più rapida ed efficiente possibile. Con la registrazione in un luogo e il seggio in un altro e senza la registrazione via internet, si penalizzerebbe chi lavora. E questo farebbe venire il sospetto che si vogliono favorire i pensionati».
E un maligno potrebbe pensare che, visto che i pensionati sono una componente importante della Cgil e la Cgil è una componente importante a sostegno di Bersani....
«Esatto. Sarebbe un grosso errore».
Secondo lei è nell’interesse del partito fare votare solo i propri elettori o andare ad una consultazione piu ampia?



«I sostenitori di Bersani dicono: dobbiamo avere dei filtri sennò succede come a Palermo e a Napoli. Ma mi pare una preoccupazione eccessiva. Io faccio fatica a vedere il rischio di gruppi organizzati che vanno a votare alle primarie del Pd. Il mio timore è invece che i sostenitori di Bersani temano che possano partecipare alle primarie elettori che non hanno mai votato per il centrosinistra».
Una logica che non consente al partito di crescere?
«E’ una logica autolesionista. Certo, si potrebbero fare delle primarie chiuse. Sono legittime, ma a mio avviso non è nell’interesse del Pd chiudersi nel proprio recinto. Sembrava che il Pd avesse scelto l’apertura. Ma quella scelta apparentemente non la sta portando fino in fondo, e sembra che stia dando vita a primarie mezze aperte».
Che favorirebbero Bersani.



«Chiaramente».
Alessandro Farruggia