ROMA, 23 ottobre 2012 - DAVVERO una brutta giornata quella vissuta ieri dal ministro del Lavoro Elsa Fornero. Due convegni in un solo giorno (al mattino a Milano, nel pomeriggio a Nichelino vicino Torino) si sono rivelati un disastro mediatico. Tutto per una frase pronunciata nel primo incontro. Il secondo è finito a urla e fischi. Una contestazione in piena regola orchestrata da rappresentanti di Rifondazione comunista e dai Cobas a cui il ministro ha replicato lasciando la sala dicendosi «avvilita che nel nostro Paese si impedisca un incontro di democrazia».

LA FRASE dal ‘sen fuggita’ è stata detta in italiano, con il vezzo professorale di infilarci una parola inglese: «I giovani escono dalla scuola e devono trovare un’occupazione. Però, non devono essere troppo choosy. Non si può più aspettare il posto ideale». Il vocabolario chiarisce: choosy si può tradurre con «esigente» o «schizzinoso». In un lampo la frase del ministro è diventata «i giovani sono troppo schizzinosi». Su Twitter, repliche a valanga.

VISTO il momento, la crisi che imperversa, il lavoro che non si trova, i posti che si perdono, i contratti fasulli, il numero di esodati diventato un mistero glorioso, la sortita del ministro è stata peggio della benzina sul fuoco. A poco è servito che Fornero abbia cercato di correggersi sostenendo che «i giovani italiani sono disposti a prendere qualsiasi lavoro tanto è vero che oggi sono in condizioni di precarietà». Ancor meno ha avuto effetto l’apertura ai sindacati («Le porte del ministero sono aperte. Sono pronta al dialogo»), la mano tesa alla Cgil che ha programmato una grande manifestazione per il 14 novembre: «Se mi invitano in piazza, vengo anche in piazza». La polemica, ormai, non c’è stato verso di fermarla. Ciò che sorprende è che non è la prima volta che un ministro si ficca nello stesso ginepraio toccando il tasto del lavoro. E, guarda caso, è sempre un ministro che ha pure la qualifica di professore.

LA STESSA
Fornero c’è inciampata quando non ce l’ha fatta a trattenere le lacrime illustrando la riforma delle pensioni. Prima di lei, il ministro dell’Economia del governo Prodi, il professor Tommaso Padoa-Schioppa, sollevò un putiferio parlando dei giovani come «bamboccioni». Sempre puntando il dito contro i giovani, uno dei vice della Fornero, il sottosegretario, nonché professore, Michel Martone se ne uscì con un poco gradevole «sfigati». E ieri sera ha tenuto a fare il punto: «Non credo che Fornero volesse prendersela con i giovani, io sono d’accordo con le sue precisazioni. Per costruire il futuro è necessario il duro lavoro, come stanno facendo molti giovani».
 

di Nuccio Natoli