ROMA, 28 ottobre 2012 - «L’UOMOha straordinaria competitività, erano anni che non ne vedevo uno così: spericolato, coraggioso, combattente». Come dire, che in fondo molto è ancora da decidere. Manca meno di un mese alle primarie del centrosinistra e per Roberto Weber presidente di Swg, Matteo Renzi «ha già vinto la sua battaglia». Detto questo Weber se dovesse scommettere — «non lo faccio mai» e comunque «non scommetto molto», premette — punterebbe sulla vittoria finale di Pier Luigi Bersani. «Se il segretario non fa grossi errori penso che vinca lui, anche con tranquillità».
Il perché è presto detto. Si parte dal numero dei votanti. «Non è facile fare questa valutazione — spiega Weber — però diciamo che se vanno a votare 3,5 milioni di persone Bersani dovrebbe essere avanti di 8-10 punti perché il segretario gode del favore di un elettorato più coeso, da settembre ad oggi il suo vantaggio non è stato mai messo in discussione». Anche se le distanze si sono ridotte e solo nelle ultime settimane Bersani è risalito.
Renzi una mossa l’ha sbagliata, secondo Weber, ed è la famosa cena con i protagonisti della finanza. «Ma se ci sono i sondaggi secondo cui le banche sono all’8% nella fiducia della gente — spiega Weber — addirittura meno dei partiti che si piazzano al 9%! La finanza ha il massimo potere e il minimo di legittimazione popolare…».

NELLA SFIDA delle primarie, il risultato molto è legato, conferma Renato Mannheimer, alla ‘qualità della gente’ che andrà a votare. Se saranno gli elettori ‘tradizionali’ o i delusi dei vari partiti, fermo restando il filtro delle regole. «Nei sondaggi si cerca di individuare chi va a votare — spiega — ma in questo caso è difficile, sono gli elettori stessi a non saperlo. Bersani è indubbiamente in vantaggio, ma non è detto nulla: con una partecipazione più aperta Renzi può recuperare». Del resto il sindaco, ormai al rush finale, si è mostrato attentissimo alla strategia comunicativa che, incassata la ‘rottamazione 1.0’ , ha deciso alcuni cambiamenti.
Rilancia Weber, «D’Alema e Veltroni se ne sono andati perché Bersani è stato in silenzio e questo evidenzia il suo potere. Ha fatto una precisa scelta politica, reagendo a Renzi. In poche parole: ha raccolto i frutti della fatica del sindaco e infatti ha recuperato molto». Il consiglio del numero uno di Swg a Renzi è semplice: non strafare. «Se forza da una parte o dall’altra va fuori giri come un motore — conclude Weber — fa una sciocchezza. Tutto si brucia velocemente in politica, lui ha tempo».

Veronica Passeri