ROMA, 4 novembre 2012 - LAVORI in corso sulla Legge di stabilità. Mutui e spese per la famiglia si salveranno dalla mannaia sulle detrazioni, ma purtroppo si profilano tredicesime più leggere rispetto al 2011. L’ok del governo alla riscrittura, «a patto che non cambino i saldi», obbliga i relatori della Legge di Stabilità, Baretta (Pd), Brunetta (Pdl) e Ciccanti (Udc), a risolvere il rebus di come confezionare la ‘nuova’ manovra su cui gravano oltre 1.600 emendamenti. La cancellazione della riduzione delle prime due aliquote Irpef e del taglio di una serie di detrazioni fiscali vale circa 3 miliardi di euro. E’ la somma che potrà essere ridistribuita.

L’ACCORDO di massima tra i partiti della maggioranza prevede che, oltre a cancellare la retroattività degli interventi sulle detrazioni ai redditi 2012, la somma sia utilizzata in «via prioritaria» per ridurre il peso del fisco sulle buste paga, in seconda battuta per ridurre (o rimodulare) i tagli alle detrazioni proposti dal governo e, infine, «alleggerire» l’aumento di un punto dell’Iva (dal 21 al 22%) dal prossimo luglio. L’unico capitolo su cui c’è già l’accordo è quello dell’Iva con l’estensione dell’aliquota ridotta del 10% per i prodotti alimentari, per quelli della casa (riparazioni, luce, gas, acqua) e sui servizi alle persone.
Sulla riduzione del cuneo fiscale si contrappongono due filosofie. La prima è favorevole alla riduzione del peso del fisco sulla busta paga ponendo il limite del reddito a 55mila euro. La seconda, punta a privilegiare l’aspetto del carico familiare del lavoratore (detrazioni per figli, coniuge, eccetera) con una scalettaura in base al reddito. Per le imprese un po’ di riduzione del costo del lavoro dovrebbe scattare nel 2014.
L’aspetto più complesso è quello della revisione del sistema delle detrazioni. L’orientamento è di togliere dal tetto massimo di detrazioni (3 mila euro l’anno) gli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto della casa. Qualche cosa di simile dovrebbe avvenire per le spese mediche. Il testo del governo prevede la detrazione solo per le spese mediche superiori ciascuna a 250 euro. Nella formulazione a cui lavorano i relatori i 250 euro si superano sommando più spese (ad esempio, tre ricevute ciascuna da 100 euro).
Nel bel mezzo di una giornata di discussioni sulla nuova Legge di Stabilità, su iniziativa di alcuni ciellini del Pdl coordinati da Maurizio Lupi la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento (favorevole il governo) secondo il quale le associazioni no profit (per capirci, la Chiesa) potrebbero non pagare l’Imu sui fabbricati adibiti «ad attività commerciali con modalità lucrative in modo diretto o indiretto». La formulazione è volutamente ambigua. Anche per questo il Pd chiederà al governo un decreto che chiarisca una volta per tutte del tutto le regole sull’Imu. E non solo per quel che riguarda gli enti no profit. Brutte notizie intanto dalla Cgia di Mestre: le tredicesime di dicembre saranno più leggere rispetto al 2011, fino a 46 euro in meno. Se ci aggiungiamo che ci sarà da pagare la seconda rate dell’Imu, non si profila un bel Natale.

di Nuccio Natoli
 

IL PUNTO

BUSTA PAGA - La tredicesima rischia di essere più leggera rispetto all’anno scorso. La Cgia di Mestre calcola che un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverà con una decurtazione di 21 euro, mentre un impiegato, con un imponibile Irpef annuo di circa 25.100 euro, perderà 24 euro. Andrà peggio ad un capo ufficio, con un reddito di quasi 49.500 euro, che perderà 46 euro.

FIGLIE CASE - L’obiettivo è togliere dal tetto di 3mila euro per le detrazioni alcune voci come gli interessi passivi sul mutuo. Sparirebbero invece le detrazioni per figli a carico per i redditi sopra i 95mila euro (con un figlio) e 110mila (con due).

LE SPESE MEDICHE - Allo studio del Parlamento c’è la revisione della franchigia di 250 euro (per quanto riguarda deduzioni e detrazioni), che potrebbero essere escluse o considerate nel loro insieme (e non per singola ricevuta).

CUNEO FISCALE - Le risorse sulle quali si sta ragionando per il taglio del cuneo fiscale sono intorno a un miliardo di euro nel 2013 e almeno il triplo per il 2014. Sarà comunque un taglio mirato entro un certo tetto di reddito.