dall’inviato

Giampaolo Pioli
NEW YORK
IN UNA



delle tante email sospette che l’Fbi ha intercettato, c’era scritto: «Vorrei farlo sotto la scrivania». Non era né un messaggio criptato e tanto meno un linguaggio in codice. Quella frase però, scritta dal generale, diretta all’amante Paula Broadwell, impigliatasi in un computer super segreto del governo, dopo la rottura della loro relazione, ha provocato la fine ingloriosa del prestigioso capo della Cia. Adesso l’Fbi chiarisce che il generale non è sotto inchiesta, ma gli agenti federali stanno cercando di capire se la Broadwell in qualche modo avesse avuto un «accesso improprio» alle sue e-mail. L’inchiesta, secondo il New York Times e il Washington Post, sarebbe stata originata da una disputa tra due donne e l’indagata sarebbe Paula. L’altra donna definita «vicina al generale», ma non parte della famiglia, si sarebbe rivolta direttamente all’Fbi per ottenere protezione, viste le minacce ricevute via Internet. Durante i controlli alla posta elettronica della Broardwell sarebbe poi spuntata la «relazione clandestina» del capo della Cia.
La ‘bomba’ esplosa sul tavolo del presidente Obama a poche ore dal successo elettorale è destinata a provocare altre ‘detonazioni’. Molti si chiedono se la soffiata, arrivata all’Fbi diversi mesi fa, molto prima dell’assalto al consolato americano a Bengasi, non faccia parte di una più diffusa guerra tra le varie agenzie del controspionaggio americano, che in realtà finiscono per spiarsi fra di loro.
L’avvenente Paula. scrittrice di 40 anni ed ex cadetta di West Point, avrebbe fatto scattare non solo l’allarme, ma anche l’inchiesta dell’Fbi, preoccupata che Petraeus potesse diventare ricattabile e costituire così un rischio per la sicurezza nazionale. L’indagine sull’assalto in Libia è solo successiva. Obama sarebbe stato informato mercoledì del sexy scandalo. Giovedì ha ricevuto il generale Petraeus, che gli ha offerto le dimissioni. Barack ha risposto: «Voglio rifletterci» e venerdì mattina lo ha chiamato per dire «sono costretto ad accettarle».
La settimana prossima la commissione del Senato ha in programma un’audizione sull’assalto a Bengasi e il capo della Cia era stato chiamato a deporre, ma adesso sarà Michael Morell, suo vice, e ora direttore ad interim, a rispondere alle domande dei senatori.

C’È CHI




sostiene che lo «scandalo Petraeus» sarebbe stato tenuto nascosto durante l’ultimo mese della campagna elettorale per non danneggiare il presidente, ma sono in tanti a ritenere che la sua debolezza sessuale del generale appartenga solo alla sfera privata e non abbia interferito o compromesso la sua attività alla guida della Cia. Il caso Bengasi però. in cui morirono 4 americani, tra cui l’ambasciatore Stevens, ha avviato uno scontro politico e rappresenta quanto una macchia sul suo curriculum.