Veronica Passeri

ROMA, 12 novembre 2012 - QUANDO gli hanno chiesto che differenza ci fosse tra lui e Renzi, la prima cosa che ha risposto è «lo stile» e «come insegnano i saggi, lo stile è l’uomo». Stasera alle 20.30, al confronto su Sky tra candidati alle primarie del centrosinistra, {{WIKILINK}}Pier Luigi Bersani {{/WIKILINK}}proverà a dimostrarlo. Le vigilie raccontano qualcosa delle sfide. Il segretario del Pd ha detto ai suoi che si prepara da solo: nessuna simulazione, nessuna strategia comunicativa affinata fino all’ultimo con lo staff. Nessuna sorpresa. Bersani si presenta a tutto tondo per quello che è, con lo ‘stile’ di una campagna con tanti incontri nelle fabbriche e pochi nei ‘palazzetti’. Protagonista Bersani, con il suo lessico, a tratti immaginifico, e un’attenzione particolare ai temi del lavoro e della ripresa.

Tutta un’altra musica, invece, le vigilie nei quartieri generali di {{WIKILINK}}Matteo Renzi {{/WIKILINK}}e di {{WIKILINK}}Nichi Vendola{{/WIKILINK}}. Il sindaco di Firenze e il leader di Sel hanno intenzione di simulare il confronto televisivo con i propri collaboratori. Un ‘esercizio’ utile anche per misurare i tempi: ogni candidato avrà a disposizione un minuto e mezzo, poi suonerà il gong ma avrà a disposizione tre bonus per la replica. Importantissima anche la gestualità tanto più che gli sfidanti saranno in piedi, dietro un leggìo, e risponderanno a turno alle domande, sorteggiate tra quelle di un pubblico composto tra le varie ‘tifoserie’. Il tutto durerà due ore con la possibilità di un appello finale di un minuto e mezzo ai potenziali elettori: la location sono gli studi milanesi di ‘X Factor’. Particolare che ha suscitato diverse ironie: «Vi immaginate Morgan moderatore?» ha scherzato ieri Renzi.
Poi, la sostanza. Per Renzi è un punto fondamentale perché anche nelle ultime ore due ‘pezzi grossi’ del Pd come Rosy Bindi e Massimo D’Alema l’hanno accusato di non avere nulla nel programma a parte la rottamazione. Ai suoi Renzi ha detto che, pur con uno stile easy e lontano dal ‘politichese’, punterà ad illustrare i dieci punti del suo programma perché «mi accusano di parlare per slogan». La polemica quasi quotidiana con D’Alema si è incentrata proprio su questo. «Il nulla? Forse per D’Alema. Per noi ambiente, cultura e Internet sono tutto» ha replicato il sindaco all’accusa del presidente del Copasir. Tra i motivi di scontro il rinnovamento nel partito, le ricette economiche per uscire dalla crisi economica – su questo punterà tanto Nichi Vendola rivendicando la propria diversità rispetto alle posizioni dei due principali candidati favorevoli al sostegno al governo Monti anche se non al Monti bis – e, ovviamente, le alleanze. Da Bersani fautore del patto progressisti-moderati a Vendola il cui mantra è «mai con i moderati», a Renzi che ha annunciato la vocazione maggioritaria del Pd in caso di vittoria ma poi ha frenato (ma «non è l’accordo con il simbolo di Casini che porta voti»), a Tabacci ‘portatore’ dell’istanza del ‘buon governo’ tra riformisti di schieramenti diversi. E poi Laura Puppato, unica donna, vera outsider, «senza capi corrente» che punterà su «diritti, donne e lavoro».