dall’inviato
NEW YORK
ALTA TENSIONE
al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’appello alla moderazione e al rispetto dei civili cade inascoltato. Il segretario generale Ban Ki moon è in contatto costante con i leader della regione. Obama chiama al telefono nella notte il premier israeliano Netanyahu e rimane al telefono più di un’ora. Subito dopo si rivolge anche al presidente egiziano Morsi. I razzi di Hamas vanno fermati.
Obama riconosce il diritto di Israele all’autodifesa, ma implora Tel Aviv di rispettare le popolazioni civili palestinesi. «Hamas deve smettere i suoi attacchi contro Israele perché solo così la situazione può raffreddarsi — sostiene Obama — ma Israele deve fare ogna sforzo per ridurre la perdita di vite tra i civili». Teme che l’escalation a Gaza possa finire fuori controllo e espandersi in tutto il Medio Oriente soprattutto se ci fosse una nuova invasione israeliana nella Striscia. La situazione è bollente. Dal Sudan si è fatto sentire Khaled Meshaal, capo del politburo di Hamas: «Israele ha i giorni contati». Ma Israele minaccia: «È solo l’inizio, faremo quel che è necessario per riportare la quiete nel sud». Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha sospeso un tour in Europa ed è precipitosamente rientrato a Ramallah. La Russia protesta: raid «sproporzionati»; e l’Iran attacca, «terrorismo organizzato».
Dall’Australia il segretario di Stato Hillary Clinton si attiva con i ministri degli esteri di Giordania, Libano e paesi confinanti per abbassare il livello dello scontro. La Casa Bianca non nasconde fastidio per il suo senso di impotenza. È anche ingabbiata dalla situazione siriana dove i ribelli chiedono con insistenza di venir riconosciuti insieme all’opposizione come legittimi rappresentanti del popolo, e quindi titolati a ricevere aiuti militari e armi.

DURANTE



la riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza, mentre il rappresentante palestinese invitava a condannare le perdite tra i civili a causa degli attacchi aerei israeliani che puntano agli assassini mirati, l’ambasciatori Usa all’Onu Susan Rice ha detto: «Non c’è nessuna giustificazione per la violenza di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche contro il popolo israeliano. Attaccare gli israeliani ogni giorno non aiuta i palestinesi a Gaza e non li fa avanza sulla via dell’autodeterminazione e dell’indipendenza».
Giampaolo Pioli