Antonella Coppari

ROMA, 21 novembre 2012 - Ma allora onorevole Gelmini, il progetto disegnato da Montezemolo vi interessa?
«Certo che ci interessa, anche perché Montezemolo appare più consapevole di Casini del grave rischio che corriamo di consegnare il Paese a una sinistra inadeguata per governare», risponde l’ex ministro dell’Istruzione (Pdl).
Se l’operazione va in porto, il suo partito dovrebbe farne parte o no?
«Il Pdl è un soggetto autonomo, radicato sul territorio, che coltiva l’ambizione di essere l’architrave del centrodestra: la proposta di Montezemolo può essere complementare alla nostra. Noi, però, oggi siamo impegnati nelle primarie che sono un tassello importante per il rilancio del partito e per ridefinire sia la nostra identità sia una proposta politica seria per i nostri elettori, sul solco del partito popolare europeo».
Ritiene le primarie una panacea?
«No, non gli attribuisco un potere salvifico però penso che le primarie siano uno strumento di crescita, un’occasione per tornare nelle piazze. Non dobbiamo mollare il progetto: nei prossimi giorni decideremo quando si svolgeranno, probabilmente in una data unica prima di Natale».
Chiuse le primarie, si può aprire il discorso con Montezemolo?
«Sì, noi siamo aperti al confronto con tutte le forze di centrodestra, Casini compreso. Certo, se il leader Udc continuerà con i tatticismi e i tentennamenti, si prenderà la responsabilità di consegnare il Paese alla sinistra».
A molti, il presidente della Ferrari non è apparso interessato a un accordo con il centrodestra.
«Non credo. Più volte, sabato, si è mostrato consapevole della necessità di creare una piattaforma di centrodestra per non consegnare l’Italia alla sinistra».
E dunque, lei non esclude a priori un bis di Monti, con una maggioranza politica?
«No. Anche perché il rischio vero è che a Palazzo Chigi vada la sinistra fortemente ideologizzata di Bersani e di Vendola, condizionata dall’estremismo della Cgil e della Fiom. Prima di tutto, dobbiamo evitare questo. Poi, è chiaro che il Pdl ha una sua agenda, ci sono le primarie che sanciranno una forte affermazione di Alfano. Ma se ci fosse una disponibilità di Monti a proseguire questa esperienza, magari con un governo politico, la dovremmo tenere in considerazione».
Alfano sarebbe disposto a fare un passo indietro?
«Chi aspira ad essere un federatore come Alfano credo che farebbe un passo indietro se Monti decidesse di guidare i moderati per vincere. Oggi questa possibilità non è in campo, quindi il compito del Pdl è di rafforzarsi e di riportare al voto gli elettori delusi».
Come si concilia ciò con l’ostilità di esponenti del Pdl verso il premier? Sabato La Russa e gli ex An sono scesi in piazza a Milano al grido di ‘basta Monti’.
«È noto che non condivido quella posizione. Il Pdl è un partito plurale, quella degli ex An è una delle voci in campo. Sono sicura che Alfano saprà fare la sintesi. Del resto, anche nel Pd c’è chi è pro e chi è contro Monti. Io penso che Cazzola abbia ragione quando dice che il Pdl deve cogliere la sfida di una politica che il premier ha bene interpretato e andare oltre, declinando l’agenda della crescita».
Si sente filo-Monti e filo-Montezemolo?
«Mi sento coerente con il percorso fatto dal Pdl sostenendo l’esecutivo Monti, e mi sento in linea con una politica di centrodestra liberale e riformista che ho cercato di fare quando ero al governo».