Matteo Palo
ROMA
CHIEDERE

lo scontrino per detrarlo dalle tasse. Cambia così la filosofia del contrasto all’evasione, che affianca gli strumenti pratici messi in campo dall’amministrazione finanziaria. O, almeno, comincia a cambiare, perché si tratta, per adesso, solo di una norma di principio, ancora da attuare, inserita dalla commissione Finanze nel disegno di legge di delega fiscale, che approderà oggi pomeriggio al Senato. Dopo che ieri il Governo, durante la discussione del disegno di legge, è andato sotto su un emendamento che dispone l’accorpamento dell’agenzia delle Entrate a quella del Territorio. Sempre oggi, poi, la Camera darà via libera, tra le proteste, alla legge di stabilità profondamente cambiata.

L’IDEA

di fondo a cui si ispira la novità delle delega è di invertire l’ordine seguito oggi per trovare gli evasori: non ricostruire più le spese una volta che sono state fatte, accumulando conti correnti, bonifici e fatture, ma concentrarsi sul momento dell’emissione dello scontrino. Che dovrebbe diventare detraibile dalle tasse, invogliando così i cittadini a richiederlo ai commercianti. «Come confermano i dati che leggiamo oggi sui quotidiani — spiega il relatore Giuliano Barbolini (Pd) —, il contrasto all’evasione richiede una strategia articolata e costante. L’utilizzo delle banche dati e il redditometro possono essere strumenti utili, ma da soli non bastano. Abbiamo inseriro il contrasto di interessi come criterio per fare
emergere la base imponibile». Del contrasto di interessi se ne parla da anni. La novità — va detto — non andrà a regime con il disegno di legge delega. Bisognerà aspettare una norma del governo che dia attuazione ai principi fissati dal Senato. Insomma, ci sarà ancora da aspettare per questa piccola rivoluzione fiscale. Anche perché il via libera definitivo al provvedimento arriverà, nella migliore delle ipotesi, entro Natale. Attesa, quindi, anche per la parola fine al fenomeno delle cartelle pazze che un altro emendamento, ieri, ha reso annullabili d’ufficio se l’amministrazione finanziaria non risponde alle precisazioni del contribuente.

PARTIRÀ


decisamente prima, a gennaio 2013, il nuovo redditometro, lo strumento con il quale l’Agenzia delle entrate confronterà i dati relativi alle nostre spese con le dichiarazioni dei redditi, per verificarne la congruità. Intanto, sul sito dell’Agenzia è disponibile il redditest, che consente ai cittadini di fare le prove, in attesa del nuovo meccanismo. E verificare direttamente se è necessario aggiustare qualcosa nella propria dichiarazione dei redditi. Nel timore generale, però, ieri il direttore delle Entrate Attilio Befera ha ribadito la cautela con toni concilianti. «Nella prima fase di uso del nuovo redditometro saremo molto cauti e il margine di coerenza sarà ancora maggiore» rispetto al 20% già definito per legge. L’obiettivo è stanare i grandi evasori, «non cerchiamo la piccola evasione o l’errore materiale».

INTANTO

, oggi la Camera licenzierà il disegno di legge di stabilità, dopo le tre fiducie votate nella giornata di ieri. Al traguardo arriva un testo stravolto rispetto a quello che aveva presentato l’esecutivo. Che conterrà, tra l’altro, nuove tutele per gli esodati, un fondo per le aree alluvionate, la stabilizzazione dell’Iva ridotta al 10%, l’abbattimento dal 2014 dell’Irap per le imprese e l’attivazione del fondo per la riduzione delle tasse a favore delle famiglie.