dall’inviato Lorenzo Sani
MONTENERO DI BISACCIA (CB)
PER CORTESIA

, sa indicarmi la casa di Di Pietro?
Il vecchio ferma la bici e affetta l’incauto forestiero con un’occhiata velenosa. «Quale, scusa?», risponde. Subito dopo scoppia a ridere. Ecco, ci siamo. E’ la prova: a Montenero di Bisaccia si prende Rai Tre. L’inchiesta di Report ha colpito nel cuore della roccaforte di Tonino Di Pietro, il moralizzatore che al culmine del successo stava alla magistratura inquirente come Totò Schillaci stava al centro dell’attacco azzurro nei Mondiali di Italia ’90. Quando nel 1994 lasciò la magistratura, per evitare «di essere tirato per la giacca», il periodico femminile Elle lo immortalò come l’uomo più sexy del pianeta dopo Harrison Ford, la politica se lo litigava, Berlusconi da una parte, che lo voleva ministro, il centrosinistra dall’altra, che poi ministro lo fece. In quei primi anni di notorietà la casa colonica di famiglia, dove in agosto il Cincinnato della politica italiana festeggia con migliaia di invitati il raccolto, non si chiamava ancora Masseria Di Pietro ed era ben altra cosa rispetto alla bella costruzione bianca che si scorge oggi lungo strada che da Montenero porta a Palata.

LA RUOTA


è girata anche per Tonino nostro. Ed è girata pure tra la sua gente, dove gli amici di una volta, sono gli avversari politici di oggi, perché il partito dell’ex pm ricorda le porte di un saloon dove gli avventori entrano ed escono di continuo. Anche il tasso di litigiosità interno, per la verità, s’avvicina parecchio a quello del Far West. Prima quell’impicciona della Gabanelli e, peggio di lei, la sua giornalista, quell’impertinente ficcanaso di Sabrina Giannini che ha fatto le pulci all’Italia dei Valori (immobiliari) e portato alla luce una gestione dei rimborsi elettorali che sarà anche inattaccabile come sostiene Di Pietro da un punto di vista penale, ma eticamente è molto discutibile. Poi la vicenda dell’enfant prodige dell’Idv, l’avvocato Vincenzo Maruccio, il capogruppo in Regione Lazio che si giocava i soldi del partito al videopoker, quello stesso Maruccio che lavora nello studio legale Scicchitano di cui Di Pietro è affezionato cliente.

«SE IL TEOREMA

del ‘non poteva non sapere’ valeva vent’anni fa per Bettino Craxi, come sosteneva il Di Pietro pm, perché non dovrebbe valere oggi per lui nella vicenda Maruccio?» si domanda Nicola Travaglini, avvocato, 39 anni, sindaco di Montenero di Bisaccia, nato politicamente nell’Idv, ma approdato nel centrodestra. «Non è trasformismo — dice il sindaco — nei paesi, contano le facce: sono le persone che fanno le liste, non i partiti».
Perché ha lasciato Di Pietro? Travaglini risponde come hanno risposto, o potrebbero rispondere, tanti altri che militarono al fianco di Tonino, come l’ex sindaco Domenico Porfido, oggi presidente di un Consiglio comunale in cui l’Idv non ha un gruppo (su 7 costituiti) e l’unico consigliere, il giovane Antonio D’Aulerio, fa parte di quello misto.
Perché è tanto difficile resistere al fianco di Di Pietro?
«Perché la sera dice bianco e il mattino seguente nero, lui sa solo attaccare, demolire, ma non ha idee per costruire. Decide sempre lui, senza dare ascolto ad alcuno.Qui non siamo a Roma, qui, con la gente, ci mettiamo la nostra faccia» spiega Porfido, pure lui avvocato, primo cittadino di Montenero per un anno, tra il ‘92 e il ‘93, alla testa di una strana coalizione dove convivevano Dc, Coldiretti e Rifondazione comunista. Nel paese di 7000 abitanti, inerpicato su un colle da cui scorgi in lontananza il cielo azzurro tuffarsi nell’Adriatico, le recenti vicende che hanno coinvolto l’Idv hanno appannato l’immagine della stella locale, ma Tonino tiene, soprattutto tra i più anziani, che vedono in lui l’ultimo baluardo contro il male e la corruzione dilagante.

C’È UNO ZOCCOLO




duro che le inchieste giornalistiche e giudiziarie non scalfiscono, come dimostrano le 213 preferenze raccolte nelle comunali 2005 e 2010 dal figlio Cristiano, 40 anni, padre di tre gemelli, poliziotto in aspettativa, ‘sistemato’ dal papà in Regione a 10mila euro e passa al mese. Ma che succede a Montenero di Bisaccia? Succede che gli ex amici gli stanno preparando un tiro mancino per venerdì, perché le ultime vicende, «quantomeno hanno stimolato la curiosità della gente», spiega Porfido che porterà in paese il nemico numero uno di Di Pietro, l’ex socio fondatore dell’Idv, Mario Di Domenico (di cui Di Pietro fu anche testimone di nozze). Sarà la star di un pubblico dibattito dal titolo emblematico: «La doppia morale del moralizzatore Antonio Di Pietro».