Roma, 28 novembre 2012 - Sulla crisi dell'Ilva, arriva la bozza di decreto del governo. "Per ventiquattro mesi a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, il provvedimento di autorizzazione integrata ambientale in data 26 ottobre alla societa' Ilva esplica in ogni caso effetto". Cosi' la bozza di decreto Ilva, all'esame del governo.

"Per conseguenza- si legge nella bozza all'articolo 1- nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al presente comma, a decorrere dall'entrata in vigore del seguente decreto, e' in ogni caso autorizzata la prosecuzione dell'attivita' nello stabilimento della societa' Ilva di Taranto, per tutta la durata stabilita al periodo precedente, salvo che sia riscontrata l'inosservanza anche ad una sola delle prescrizioni impartite nel provvedimento stesso''. Il secondo articolo stabilisce che "durante il periodo di tempo di cui all'art.1, la responsabilita' della conduzione degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto resta, anche ai fini dell'osservanza di ogni obbligo, di legge o disposto in via amministrativa, inerente il controllo delle emissioni, imputabile esclusivamente all'impresa titolare dell'autorizzazione all'esercizio degli stessi sotto il controllo dell'autorita' amministrativa competente, che, alla scadenza, previa verifica dell'integrale osservanza degli obblighi di cui sopra prosegue entro 15 giorni alla conferma o alla revoca del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale di cui al presente articolo, con ogni
conseguenza prevista dalla normativa di legge".
 

dopo la chiusura di ieri e il summit tra Monti e Napolitano, intervieme nuovamente il ministro dell’Ambiente {{WIKILINK}}Corrado Clini {{/WIKILINK}}, che risponde a ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5. E poi riferisce in aula alla Camera prio nel giorno inn cui lo stabilimentoè devastato da una tromba d'aria.

LA CHIUSURA - "Non si puo' far finta di non capire che la chiusura dell'impianto Ilva di Taranto ha effetti positivi per i concorrenti internazionali che non usano gli stessi limiti ambientali che stiamo imponendo a Taranto". Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in un'informativa urgente alla Camera. Si farebbe "un grande favore ai concorrenti internazionali che continuano a produrre in condizioni molto peggiori di quelle di Taranto", anche le industrie europee perche', ha ricordato Clini, all'Ilva sono imposti i limiti di emissioni decisi dalla Commissione Ue che saranno obbligatori solo dal 2016. Il ministro ha poi affermato che la chiusura dello stabilimento avrebbe anche "effetti negativi sull'ambiente".

Ancora il ministro:  "Immaginare che una crisi che si determinerebbe per effetto della chiusra dello stabilimento di Taranto non abbia effetti sulla qualita della vita e dell'ambiente e' da irresponsabili". Cosi' il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, chiude la sua informativa alal Camera sulla situazione dello stabilimento Ilva di Taranto, che aggiunge: "Lasciare a casa 20 mila lavoratori" con un effetto sul reddito di "20 mila famiglie italiane, vuol dire assumersi responsbailita' di conseguenze sul piano sociale che non sono stimabili".
 

IL DECRETO - Poi il ministro ha tuonato: "E' da mascalzoni dire che il decreto del governo legittima gli omicidi".

I CONFLITTI CON I MAGISTRATI -  “A noi interessa risolvere i problemi e non aprire i conflitti, e mi auguro che la magistratura assuma in ruolo responsabile piena consapevolezza del suo ruolo, che è molto importante: non contestiamo l’iniziativa della magistratura che punta a individuare le responsabilità dei reati eventualmente commessi dall’Ilva nel corso degli anni nella gestione degli impianti - dice Clini - Le modalità con le quali gli impianti devono essere gestiti per garantire la protezione dell’ambiente e della salute sono competenza dell’amministrazione e non della magistratura”.

Con il sequestro dell’area a freddo dell’Ilva “la Magistratura di fatto ha creato le condizioni per la chiusura degli impianti, ovvero le condizioni per rendere impossibile il piano di risanamento ordinato dal governo”, aggiunge il ministro. “Io sto ai fatti, e i fatti sono molti semplici - precisa Clini - noi abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo dato le prescirzioni che sono obbligatorie per l’impresa per risanare gli impianti, l’impresa le ha accettate e ha deciso di fare un’operazione che nessuna altra impresa in Italia ha mai deciso di fare. A questo punto interviene la Magistratura con il sequestro di una parte degli impianti che e’ strategica per la continuazione delle attivita’ produttive”.

 "Quello che ci aspettavamo che avvenisse da lunedì - continua Clini - era l’avvio degli interventi da parte dell’azienda, e invece c’e’ stato il sequestro dell’area a freddo, che peraltro non è interessata da problematiche ambientali significative”. Il sequestro dell’area a freddo, pero’, conclude Clini, “ha provocato quello che abbiamo visto”.

I TRE MILIARDI - “L’Autorizzazione integrata ambientale prevede un programma di interventi che dovrebbe durare poco piu’ di due anni che comportera’ investimenti da parte dell’azienda di circa 3 miliardi di euro e che alla fine consentirà di avere a Taranto un’industria pulita e tecnologicamente avanzata”, ribadisce il ministro dell’Ambiente Corrado Clini".

NO AL COMMISSARIO - L’Ilva “non ha bisogno di un commissario straordinario - assicura Clini - Quello che vogliamo fare è cercare di riportare la gestione di tutta la questione Ilva nell’ambito di quello che prevede la legge: il Governo vuole l’applicazione piena della legge”, ha osservato il ministro, “non dobbiamo inventarci procedure strane per farla applicare”.

BAGNASCO - Il presidente della Cei e vescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, è intervenuto sulla manifestazione degli operai: - "Certamente la manifestazione degli operai dell'Ilva, per la sua compostezza e civilta', e' stata esemplare. Ci auguriamo tutti che ogni manifestazione o rivendicazione legittima si mantenga con questo stile. E' il modo migliore per trovare delle soluzioni".