Olivia Posani
ROMA
RINCORSA

di record negativi nel mondo del lavoro. A raccontarla sono le cifre dell’Istat relative ad ottobre: 2 milioni 870 mila disoccupati, 2 milioni e 877 mila precari, 3 milioni e 800 mila lavoratori part time, di cui oltre la metà non per libera scelta. Tradotto in percentuale significa parlare di quasi il 34% degli italiani, senza contare i circa 500 mila cassintegrati. Il record bruciato più preoccupante riguarda la disoccupazione giovanile salita al 36,5%: lo 0,6% in più in un mese e addirittura il 5,8% in più in un anno. Era dalla fine del ’92 che non si toccava un livello così allarmante.
La crescita della disoccupazione non riguarda comunque solo i giovani, ma tutta la popolazione in età lavorativa sia nella componente maschile (-2,5%) che in quella femminile (-4,4%). Basti pensare che l’esercito di disoccupati in un solo anno è aumentato di 644 mila unità (più 28,9%). Il che ha portato il tasso di disoccupazione globale, cioè in rapporto con il numero degli occupati, all’11,1% (2,3 punti in più in 12 mesi). Quanto all’occupazione, siamo al 56,9%, 45 mila persone meno in un anno. In compenso diminuisce il numero degli ‘inattivi’, come pensionati o casalinghe. Questo, spiega il direttore dell’Istat Giovannini, «è un fenomeno che sta avvenendo da mesi perché ci sono molte persone che al contrario di prima stanno cercando lavoro, e questo spinge verso l’alto il tasso di disoccupazione».

«ABBIAMO


lo stesso tasso di disoccupazione del resto d’Europa (11,7%), peccato che il nostro tasso di occupazione sia di 10 punti inferiore», fa notare il responsabile lavoro della Cgil, Fulvio Fammoni, che sottolinea: «Nell’ultimo anno i disoccupati in Europa sono aumentati di 2 milioni, un quarto di questi sono nostri». Il segretario, Susanna Camusso, annuncia che «sul piano occupazionale il 2013 sarà ancora più pesante del 2012» e chiede di rinviare la riforma degli ammortizzatori sociali perché «mancano i soldi per finanziare la cig in deroga». I dati, sottolinea il leader della Cisl, Bonanni, «sono drammatici, soprattutto per quanto riguarda giovani e donne: inutile piangersi addosso, bisogna fare tutti insieme qualcosa di più». «Di fronte all’inclemenza dei numeri — dice Santini, numero due della confederazione — è necessario aumentare le risorse per prorogare gli ammortizzatori sociali e utilizzare l’apprendistato». E Angeletti, numero uno della Uil: «In Europa le cose non vanno bene, ma in Italia vanno peggio, nel 2013 saremo dentro al pozzo». I dati sull’occupazione, concorda Bersani, «sono drammatici, bisogna andare oltre il rigore».
L’ex ministro del Lavoro Sacconi (Pdl) se la prende con il governo: «Il governo deve ora riflettere sulla insufficienza delle politiche di crescita». «E’ ridicolo prendersela con il governo», dice Gian Luca Galletti (Udc): «Dietro i numeri della disoccupazione ci sono i destini di giovani, donne e famiglie che non vanno strumentalizzati». L’esecutivo risponde a tutti per bocca del ministro dell’Economia, Grilli: «Quello della disoccupazione è un dato negativo, ma atteso. Se l’economia rallenta non si può pensare che l’occupazione migliori, anche nei nostri dati c’è un peggioramento nel 2013». Ma la disoccupazione è una piaga anche in Europa (ha toccato l’11,7%) tanto che il ministro delle finanze francese lancia la proposta di «un’indennità di disoccupazione a livello dell’Eurozona».