Achille Perego
MILANO
SPESSO sono costretti a sopravvivere con meno di mille euro di pensione al mese (7,6 milioni) e addirittura con meno di 500 euro (2,4 milioni). Tanto che, per vivere meglio, sono oltre 400mila i pensionati italiani fuggiti all’estero, in Paesi dove il costo della vita è più basso. Ma gli oltre 13 milioni di anziani non devono più essere considerati un peso per il welfare bensì una risorsa. Perché il loro impegno come baby sitter, nell’aiuto alle pulizie di casa, a lavare e stirare piuttosto che nei piccoli lavori di cucito o in cucina, porta ogni anno un risparmio di circa 50 miliardi di euro. Ben 5 miliardi, secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano, solo per l’allungamento delle vacanze estive per i nipoti quando i genitori tornano al lavoro.
Considerare solo il costo sociale (fino a 14mila euro all’anno per una famiglia che deve pagare visite, esami, farmaci e badante) e gli anziani come «un peso economico che toglie spazio ai giovani» è un grande errore. Invece, ha sottolineato ieri il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, intervenendo alla cerimonia di chiusura dell’anno europeo dell’invecchiamento attivo (dove ha lanciato la proposta di una Carta nazionale e di estendere i congedi parentali ai nonni) occorre «un salto di mentalità» che consenta di abbondare la visione «primordiale degli anziani come peso per iniziarli a vederli come risorsa, anche economica».
Solo il babysitteraggio gratuito vale, secondo Riccardi, 24 miliardi di euro all’anno a cui aggiungerne altri 4 di aiuti economici a figli e nipoti. «Non è certo come l’abbassamento dello spread ma è un bel risparmio». Del resto, come ha rilevato un’indagine dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami), grazie ai contributi dei nonni, le giovani coppie riescono a risparmiare fino a mille euro al mese.

MA L’UTILITÀ degli anziani non si limita all’aiuto, indispensabile ancora di più in tempo di crisi, dato a figli e nipoti. In Europa, ricorda il presidente di Federanziani Roberto Messina, gli over 65 sono più di 88 milioni, il 17,53% dell’intera popolazione. Ricevono il 5% del Pil in termini di salute ma, come contropartita, investono per se stessi e per i propri cari qualcosa come 300 miliardi all’anno. Di questi, 199 in ore gratuite dedicate alle cure dei nipoti (ipotizzando una tariffa oraria di 7 euro), 25 miliardi in acquisto di gelati, pannolini, vestitini, giocattoli, e vacanze per i nipoti ma ben 51 spesi in viaggi e vacanze. Cifre che, rapportate al nostro Paese, diventano 24 miliardi in babysitteraggio, 3 in acquisti e 6 in turismo.
Numeri che confermano l’importanza della ‘silver economy’ e la vitalità degli anziani italiani, anche se potrebbero esserlo ancora di più. Tanto che tra i 60 e i 64 anni, secondo il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, da noi lavora appena il 20% contro il 40% della Germania.

LA RIFORMA delle pensioni della Fornero è destinata però a far crescere questa percentuale. «Anch’io quest’anno ho dato una piccola testimonianza di invecchiamento attivo, molto attivo, credetemi», ha scherzato Mario Monti intervenendo alla cerimonia. A chiedergli questa testimonianza, ha aggiunto il 69enne premier, è stata «un’altissima personalità che è l’esempio dell’invecchiamento attivo al più alto livello». Cioè l’87enne capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha invocato «un patto tra generazioni per costruire una società più giusta».