CITTA’ DEL VATICANO
CHI HA POTERE
e opera nelle istituzioni deve avere come punti di riferimento «l’onestà e il rispetto per gli altri». Innanzitutto non deve rubare. E, anche nel prelievo fiscale ai cittadini, non deve «esigere nulla di più di quanto è stato fissato». Risuonano come un forte richiamo a chi occupa incarichi pubblici, specie nell’attuale contesto politico e sociale, le parole pronunciate ieri da Benedetto XVI all’Angelus. «Le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta», ha detto il Papa in modo molto eloquente.
In un Paese provato dagli scandali, dalle ruberie e malversazioni di denaro pubblico, e anche alle prese con un pesantissima pressione fiscale, specie in questi giorni di scadenze Imu, il Pontefice ha lanciato un significativo appello alla «conversione e alla rettitudine»: un’indicazione, questa, che vale «specialmente per chi ha maggiori responsabilità».
Ratzinger, parlando ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, ha preso spunto dai brani evangelici su Giovanni Battista e dalle sue risposte a chi chiedeva cosa fare per prepararsi alla venuta del Messia. E nel suo invito a dividere i beni con gli altri, ha evidenziato il «criterio di giustizia, animato dalla carità». «La giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario — ha spiegato il Pontefice —; la carità spinge ad essere attento all’altro e ad andare incontro al suo bisogno, invece di trovare giustificazioni per difendere i propri interessi».
In merito poi della risposta ai ‘pubblicani’, cioe’ agli esattori delle tasse per conto dei Romani, il Papa ha ricordato che «ad essi il Battista non dice di cambiare mestiere, ma di non esigere nulla di più di quanto è stato fissato». Il profeta, ha sottolineato, «non chiede gesti eccezionali, ma anzitutto il compimento onesto del proprio dovere. Il primo passo verso la vita eterna è sempre l’osservanza dei comandamenti». In questo caso il settimo: «Non rubare».

AI SOLDATI




, «un’altra categoria dotata di un certo potere» e che quindi «tenta di abusarne», l’avvertenza è infine di «non maltrattare e non estorcere niente a nessuno». «La conversione comincia dall’onestà e dal rispetto degli altri — ha commentato Ratzinger —: un’indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilità». E le indicazioni del Battista, ha concluso, «sono sempre attuali: anche nel nostro mondo così complesso, le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta». Poco prima, durante la visita alla parrocchia romana di San Patrizio al Colle Prenestino, la 14/a del suo pontificato, Benedetto XVI aveva anche avvertito che, per prepararsi adeguatamente al Natale, ognuno deve «guardare bene alla propria condotta di vita». «Dio non esige niente di straordinario — ha detto —, ma che ciascuno viva secondo criteri di solidarietà e giustizia». Insomma, «vivere la vita ordinaria in rettitudine e bontà».

SEMPRE

all’Angelus, poi, in cui come ogni anno in questo periodo ha benedetto i bambinelli dei presepi romani portati dalle famiglie e dalle parrocchie, il Papa ha espresso ancora la sua «vicinanza nella preghiera» alle famiglie delle vittime della strage nella scuola elementare negli Stati Uniti. Parlando in inglese ai pellegrini di quella lingua, si è detto «profondamente addolorato per l’insensata violenza di venerdì a Newtown, nel Connecticut», che ha tragicamente colpito tanti bambini, e ha invocato «ferventi azioni di pace».