LA LOGICA, perdio, la logica. E dunque: com’è possibile che un popolo estinto del Sudamerica, che mentre noi edificavamo chiese romaniche magnifiche non riusciva a costruire piramidi coi lati lisci, possa azzeccare la data della fine del mondo? E poi: è vero che mai dire maya, ma è possibile che l’Apocalisse possa arrivare in un prefestivo, rovinando così il prospicente week end di ozio e riposo semi-eterno?
Sì: quello che molti indicavano sarebbe stato il mio ultimo giorno nel mondo, è iniziato così. Con la mente che cercava di esorcizzare attraverso la logica un clima illogico, che però aveva contagiato tutti anche qui, nella mia disincantata Toscana.
Dagli ultras del Livorno, che via sms hanno chiesto ai Maya, «se esistete, di cominciare da Pisa»; a una ditta di pompe funebri di Casciana Terme, che ha organizzato per oggi un mega party nei suoi locali, probabilmente per brindare alla possibile impennata del volume d’affari. Un clima oggettivamente fuori misura per chi, come il sottoscritto e il mio meccanico sotto casa, al calendario Maya ha sempre anteposto per affidabilità scientifica quello di Rossella Brescia o Ela Weber. Oddio: a pensarci bene, leggendo i giornali e guardando le tv del mattino, qualche segnale da fine dei tempi ieri lo si poteva cogliere. Il Papa che scrive un articolo sul Financial Times, ad esempio (un po’ come se Gesù avesse twittato coi mercanti del tempio). O il post comunista Putin che offre la cittadinanza russa al renitente alla tasse Gerard Depardieu. Perfino Baglioni che se ne esce con un disco di melodie natalizie (un po’ come se Apicella si dedicasse alla canzone di protesta e Orietta Berti ai Carmina Burana).

ROBA,



appunto, da fine del mondo. E non serviva certo a infondere sicurezza il fatto che il mago Otelma la escludesse categoricamente («Una bufala, fratelli cari»). Al contrario.
Così a un certo punto, sono entrato anch’io nell’idea della possibile fine di tutto. Intanto ho deciso di rimandare a sabato l’acquisto dei regali di Natale, vedi mai. Poi, cedendo alla logica pragmatica che non tutti i Maya possano venire per nuocere, ho pensato di giocare l’evento sui siti di scommesse inglesi. Le quote erano invitanti: l’epidemia di peste era data a 6 mentre l’attacco nucleare a 11. Buona anche la quota della pioggia di meteoriti (15 contro 1) mentre l’attacco extraterrestre veniva pagato addirittura 51 a 1. Personalmente, stavo per investire qualche euro sull’Apocalisse degli Zombie (valeva 100 volte la posta) quando sono arrivate le 16. Ovvero la mezzanotte per gli australiani, i primi destinati a soccombere per via del fuso.

SICCOME


a loro, da Russell Crowe a Kylie Minogue e Del Piero, non è successo niente, ho avuto la certezza che anche stavolta il mondo non finirà e che quella del calendario Maya era una bufala che nemmeno Mandara. Così come previsto perfino dall’improbabile Otelma. «Mayatevenn’», come ha efficacemente sintetizzato un collega napoletano.
Addio quote dei bookmaker, addio speranze livornesi per una dissipatio pisana, addio impennata di affari per le pompe funebri di Casciana e pure io mi sono rassegnato. Anche per quest’anno sotto l’albero non troverò la fine del mondo ma la solita vestaglia di gabardina. Francamente immettibile, nemmeno finisse il mondo.