Silvia Mastrantonio
ROMA
ALLE

12,48 l’Airbus 319 CJ ha toccato terra a Ciampino. Ma già da tempo prima le famiglie avevano tirato un respiro di sollievo: «Sono in Italia». È stato dedicato a loro, a padri, madri e sorelle, il primo minuto in terra italiana. Un incontro discreto, sono state le famiglie a salire sull’aereo, lontane da telecamere e tv. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno abbracciato i loro cari e indossato le divise invernali della Marina che gli erano state consegnate a bordo. Dieci mesi dopo l’arresto c’era Roma ad accoglierli, insieme con il ministro della Difesa, quello degli Esteri, il capo di stato maggiore della Marina, Luigi Binelli Mantelli, che è salito sull’aereo insieme con i parenti. L’India era lontanissima, ieri mattina, una distanza che Latorre è riuscito a sintetizzare con un commosso «credetemi, non è facile». In India, nel Kerala, i due militari attendono di essere giudicati perché ritenuti colpevoli dell’omicidio di due pescatori durante un’operazione antipirateria nell’Oceano Indiano.

«ANCORA

faccio fatica a rendermi conto che finalmente respiro aria di casa, l’amata Italia» ha aggiunto il fuciliere del battaglione San Marco. «Grazie a tutti per la fiducia che ci avete accordato — ha detto il collega Girone — tutto questo ci consente di passare il Natale a casa insieme con i nostri cari». Girone ha ringraziato le autorità italiane e quelle del Kerala che hanno concesso la licenza — gli ultimi ricorsi contro la decisione erano stati presentati qualche ora prima della partenza e sono stati respinti per vizi formali — ma soprattutto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che li ha poi ricevuti nel pomeriggio al Quirinale. Qualche giorno fa Napolitano aveva accolto, sul Colle, le famiglie «per dare loro coraggio». «La loro forza e il loro coraggio — ha detto Girone — sono stati la nostra forza per andare avanti». Ma non è finita e i due fucilieri lo sanno. Per questo motivo hanno pesato le parole del premier Monti che ha telefonato poco dopo lo sbarco. Il premier ha assicurato l’impegno del governo per una soluzione definitiva della vicenda. Ma anche questo rientro temporaneo «è un passo significativo perché si creino le condizioni affinché il ritorno sia definitivo» secondo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi. «Continueremo a lavorare — ha sottolineato il responsabile della Farnesina — perché venga riconosciuta la giurisdizione italiana sul caso». Due settimane, tanto dura la licenza concessa dalle autorità indiane. Entro il 10 gennaio Latorre e Girone dovranno ripresentarsi in Kerala. Perché fosse concessa la licenza, lo Stato italiano ha dovuto versare 826.000 euro di cauzione. «Continuiamo ad avere sempre fiducia — ha detto Girone ai giornalisti — e ringraziamo sempre il governo che ci è stato molto vicino e non ci ha mai mollato. Ringraziamo tutto il popolo italiano che ci è stato sempre vicino e continua ad esserlo».

«È STATO

il miglior regalo di Natale» ha commentato l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Il ministro Terzi su Twitter: «I nostri marò sono tornati a casa. Grande emozione nel riabbracciare Massimiliano e Salvatore, valorosi servitori dello Stato». La gioia, condivisa attraverso i social network, è stata anche del Pdl e di Angelino Alfano che ha garantito: «L’Italia vi difenderà». Il presidente del Senato, Renato Schifani, si è recato a Ciampino per salutarli quando, nel pomeriggio, sono partiti per raggiungere Brindisi dove li aspettava un ‘comitato di benvenuto’.