Silvia Mastrantonio
ROMA
ALLA FINE

della giornata Silvio Berlusconi ha tirato la riga: «Alla luce delle parole di oggi è impossibile collaborare con Monti. Mi spiace che gli sfugga la linearità del mio comportamento e delle mie dichiarazioni».
Il Cavaliere chiude, in questo modo, ore di scontro a distanza iniziato in mattinata, proseguito all’Arena di Giletti e culminato con la conferenza stampa a palazzo Grazioli. Impossibile la collaborazione e tante le «bugie» raccontate dal presidente del Consiglio dimissionario, prima di tutto sulla giustizia. E poi l’Imu che si «può togliere», l’economia che va rilanciata, la giustizia che va riformata, la Costituzione che deve essere rivista. Perché il governo dei tecnici ha sbagliato tutto. E nuovi attacchi a Casini e Fini, dopo quelli lanciati in modo pesante, durante l’Arena.

BERLUSCONI


a tutto tondo, tra rabbia e buone maniere con un’alternarsi di sentimenti che il portavoce del Pdl, Capezzone, definisce una «benefica scossa». E che l’ex ministro Maria Stella Gelmini sposa fino all’ultima riga mentre in diversi, nel partito, sembrano ancora divisi. Di questa schiera fanno parte l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, Giuliano Cazzola ma anche Alfredo Mantovano, ex sottosegretario. Per tutti loro l’agenda Monti è condivisibile. Berlusconi spezza ogni fantasia di alleanza e preme sull’acceleratore di una campagna elettorale che si annuncia bollente. «Per chi — ha detto — è stato onorato di ricere l’onorificenza di senatore a vita, dopo il tempo del governo dei tecnici che gli è servito anche da palcoscenico, utilizzare questa carica sopra le parti per essere invece protagonista del contrasto elettorale, credo che sarebbe immorale». «Già la democrazia — ha aggiunto — ha subito un vulnus. Non credo proprio che possa ancora aversi sospensione della democrazia con intervento di forze non scelte dai cittadini».
Il suo programma, in caso di vittoria, prevede la cancellazione dell’Imu al primo consiglio dei ministri. La copertura, dice il Cavaliere, si potrebbe trovare: «Sono stato molto sorpreso — ha detto — dalle dichiarazioni di Monti secondo le quali cancellando la tassa poi occorrerebbe raddoppiarla, perché è un’affermazione totalmente smentibile». E, sempre su Monti: «Non abbiamo capito perché abbia voluto anticipare le dimissioni. Per noi non era necesario, avevamo solo espresso la nostra nuova posizione sul governo». Tuttavia, nessun problema. Anche se, sempre nei giorni scorsi, Berlusconi aveva chiesto di posticipare le consultazioni.

PER FINI


e Casini non ha speso parole leggere, il Cavaliere. Su Fini, già in mattinata aveva riferito di averlo sognato «ministro delle fogne», espressione che ha fatto inalberare Giorgia Meloni, ora nei “Fratelli d’Italia”. Nel pomeriggio ha aggiunto: «Ancora oggi non riusciamo a capire cosa possa aver spinto un personaggio come Fini, che era cofondatore del Pdl, a prendere 35 parlamentari e passare all’opposizione per dare vita a un partito che è stimato attorno all’1%. Evidentemente l’operazione era più grossa, dicono che qualcuno gli aveva promesso che sarebbe diventato lui il nuovo presidente della Repubblica».
INFINE, il giudizio globale su Monti e i tecnici alla guida del Paese: «Hanno fatto un disastro». A chi chiede perché, allora, gli abbia offerto di guidare il centrodestra: «Per tenere insieme tutti i moderati tra cui Casini», invece «Casini ha deciso di continuare a fare la stampella della sinistra». E in questo clima avvelenato il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto pone il problema dell’imparzialità dell’esecutivo ancora in carica fino alle elezioni.