Beatrice Bertuccioli
ROMA, 27 dicembre 2012 - PDL SCATENATO contro Mario Monti e la sua ‘salita’ in campo, mentre prova a ricucire con la Lega. Se vinciamo, dice Silvio Berlusconi nel pieno della sua maratona televisiva, il vicepremier potrebbe essere del Carroccio. E Calderoli apre a un’alleanza Pdl-Lega per vincere in Lombardia con Maroni in corsa per la presidenza della Regione, ma come candidato premier indica Giulio Tremonti. Berlusconi — propone Calderoli — sia capo della coalizione.
Parlando dell’agenda Monti, Berlusconi la definisce «una cura sbagliata che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi». Bisogna invertire la rotta, sostiene, e, come in precedenti elezioni annunciò l’abolizione dell’Ici, ora fa lo stesso con l’Imu. «La prima casa — afferma — è un bene sacro». Per Berlusconi tutto dipenderà «da cosa faranno gli italiani: se si continuerà a dare il voto frazionato ai piccoli partiti, resteremo pressappoco nella situazione di adesso».

SE, INVECE, il Pdl dovesse conquistare la maggioranza, «questa dovrà essere usata per cambiare l’architettura istituzionale dello Stato». E non esclude la possibilità, in caso di vittoria, di un vice premier della Lega. «Resto convinto che la soluzione migliore sia la maggioranza del Pdl — afferma Berlusconi — ma se la maggioranza si raggiungesse con un solo alleato, che è la Lega, con cui abbiamo lavorato bene, questa potrebbe essere una soluzione». Berlusconi tiene anche a precisare che durante il suo governo l’Italia non era sull’orlo del baratro, ma «era la seconda economia d’Europa» e un anno fa fu costretto a lasciare palazzo Chigi «per colpa di una congiura politica, mediatica e anche internazionale». E ancora, parlando in terza persona: «Berlusconi non era irriso in Europa, ma temuto». Quanto a un’eventuale vittoria della sinistra, «non vorremmo assistere — dice — al proliferare di matrimoni gay e all’apertura delle nostre frontiere agli immigrati irregolari».

MOLTI ESPONENTI del Pdl attaccano Monti per la sua ‘salita’ in politica. Soprattutto temono che si avvantaggi della sua posizione di premier, perché sebbene abbia già consegnato le proprie dimissioni al presidente Napolitano, è ancora al suo posto per il disbrigo degli affari correnti. Parla così di «vulnus politico e istituzionale» il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Concetto ripetuto da Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori Pdl, per il quale la permanenza di Monti alla guida del governo «è ormai un problema che deve essere valutato anche ai massimi livelli istituzionali». Dal Quirinale, dunque. Ma tra le file del Pdl, Monti raccoglie anche consensi. Dopo Giuliano Cazzola, che ha annunciato la decisione di lasciare il partito per sostenere il Professore, anche Alfredo Mantovano fa sapere che Monti avrà il suo appoggio.