ALLORA don Piero che bel polverone ha combinato: dicono che per questo voglia lasciare la Chiesa...
«Ma per carità: sono fandonie raccontate dai suoi colleghi. Non è assolutamente vero. Io non lascio la Chiesa».
Quindi non ha passato una notte insonne nel dubbio di lasciare l’abito talare?
«La notte insonne l’ho passata ma per altri motivi. Mi avete distrutto la vita voi col vostro lavoro».
È ancora convinto di ciò che ha fatto?
«Abbia pazienza, mi vuole spiegare che cosa ho fatto?».
Beh, quel volantino affisso che colpevolizza le donne per il femminicidio.
«Ma l’ha letto lei? L’ha letto dove si afferma che gli uomini violenti devono finire in galera?».
Veramente sostiene anche che il femminicidio è il risultato di continue provocazioni delle donne.
«Io volevo denunciare una situazione ipocrita di certe campagne sul femminicidio che hanno nel mirino soltanto l’uomo. Lei non sa quante telefonate ricevo da uomini disperati che si trovano in questa situazione».
Non era dunque suo intento fare polemica?
«Se avessi saputo prima tutto il clamore che ciò avrebbe scatenato, di sicuro non lo avrei fatto».
Però non chiede scusa...
«E per che cosa? Per farlo dovrei avere formulato un’offesa. Se voi me la indicate, io chiederò scusa. In questo momento sono solo dispiaciuto per il clamore che avete creato. Gliel’ho detto: mi avete distrutto la vita. Ora sarete contenti». Fine della conversazione.
Don Piero Corsi è un marcantonio di un metro e 87 che, se non fosse per il clergyman, tutto diresti tranne che è un prete. Non a caso qui a San Terenzo girano leggende che lo vorrebbero ex incursore della Marina condotto agli altari da una vocazione tardiva. Di sicuro, non è tipo da porgere evangelicamente sempre l’altra guancia, come ben sanno quei ladri che, anni addietro, con tante chiese che c’erano, si introdussero proprio nella sua sacrestia. Bingo.

E NON















è nemmeno un tipo accomodante, con un carattere doroteo disposto al compromesso, come invece sanno i ragazzini che frequentavano il circolo parrocchiale (chiuso per le loro bestemmie) o i subacquei della «Natività sommersa», che lo scorso Natale dopo aver portato Gesù bambino dal mare fino all’altare si ritrovarono redarguiti pubblicamente perché avevano bagnato il pavimento della chiesa. Un tipo tutto spigoli, don Piero, dal carattere decisionista e senza riguardi verso nessuno — forse anche per questo è l’esorcista della diocesi e per il diavolo non deve essere una partita facile — che aveva già diviso il paese con altre uscite non ortodosse. Come quando alla stessa bacheca della chiesa fece affiggere alcune vignette feroci contro l’Islam e poi altre contro chi lo contestava. Adesso questa vicenda del volantino che accusa le donne per il femminicidio (ripreso da un articolo sul sito ultraconservatore Pontifex) lo ha messo ancor di più all’angolo.
Contro di lui ieri infatti si è espresso duramente il sindaco di Lerici, Marco Caluri («Il volantino ci indigna profondamente. Credo che una riflessione sul suo ruolo di sacerdote sarebbe doverosa») alcune donne del luogo hanno annunciato per oggi un
sit in di protesta sulla spiaggia e anche lo stesso vescovo di Spezia, Ernesto Palletti, non ha avuto parole tenere: «Nel volantino si leggono motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa per questo l’ho fatto rimuovere immediatamente».

DON PIERO

, chiuso nel bunker di Villa Carafatti (una residenza per anziani dove ha un alloggio) ieri ha osservato il tutto da lontano. Sorpreso del clamore ma non pentito del gesto. «Adesso — ha ripetuto anche al vescovo — dopo tutto quello che è successo sono necessari solo calma, riposo e silenzio. Per poter poi riprendere il cammino daccapo». Perché quelli come lui mica si arrendono.