Matteo Palo
ROMA
DUE PIÙ DUE

a volte fa cinque. Succede questo in Italia, almeno quando si parla di tasse. Se il 2012 è stato l’anno dell’Imu, il 2013 sarà quello della Tares, la nuova imposta che somma la Tarsu, sui rifiuti solidi urbani, e la Tia, sull’igiene ambientale. Portando però, secondo le prime proiezioni, un carico totale maggiore dei due vecchi tributi.
Ma partiamo dal principio. La Tassa sui rifiuti e servizi, questo significa Tares, prende le mosse dal federalismo fiscale ed è stata attuata attraverso il decreto salva Italia, varato grossomodo un anno fa dal Governo Monti. E, a conti fatti, potrebbe essere più gravosa dei due balzelli di cui raccoglie l’eredità.
Secondo i calcoli dell’ufficio studi della Uil, infatti, la spesa media per la Tares sarà di circa 300 euro a famiglia, grossomodo 80 euro più di quanto si pagava prima. Un aggravio necessario a coprire due voci che attualmente sono nei bilanci dei Comuni e che, invece, in futuro saranno appannaggio dei cittadini: la copertura totale della gestione dei rifiuti (oggi pagata solo in parte con risorse pubbliche) e alcuni servizi come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, il verde.

QUESTE DUE



aggiunte peseranno, secondo il sindacato, 53 euro la prima e 27 la seconda. Portando introiti extra per le casse pubbliche pari a circa 1,9 miliardi di euro, che si andranno ad aggiungere ai 7,6 miliardi versati nel corso del 2012. Anno nel quale — va ricordato — sono moltissime le amministrazioni locali che hanno aumentato il carico della Tarsu. In alcuni casi, addirittura, si potrà pagare più dell’Imu.
La platea dei contribuenti sarà molto ampia. La norma parla di «chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani». Quindi, saranno ‘stangati’ proprietari e inquilini di case, ma anche di negozi, uffici e capannoni. Il calcolo avverrà in base ai metri quadrati, senza tenere conto degli occupanti. A differenza di quanto avveniva in passato.

UNICO ASPETTO


positivo, introdotto dalla legge di Stabilità, è la dilazione dei termini originariamente previsti. La prima rata non si pagherà a gennaio 2013, ma ad aprile. Una piccola tregua che consentirà di rifiatare dopo le scadenze fiscali sopportate a fine anno. Niente viene fissato sulle rate successive e su eventuali conguagli da versare. Saranno le singole amministrazioni comunali a decidere il da farsi, a seconda dello stato delle rispettive finanze.