di Olivia Posani

Roma, 31 dicembre 2012 - Prima di partire per Venezia Mario Monti ha lasciato alla sua coalizione i compiti da fare a casa. Entro il primo gennaio, ha detto il Professore, voglio le proposte definitive sui simboli in modo da poter fare una scelta entro i successivi tre-quattro giorni. Dal simbolo unitario per il Senato (che si richiamerà esplicitamente al Professore e all’Europa) discenderà il logo per le liste collegate che si presenteranno alla Camera. E così, mentre il premier dimissionario ragiona su un elenco di candidati rigorosamente provenienti dalla società civile, anche ieri tecnici e grafici sono tornati a riunirsi per proparare nomi e bozzetti. Il tempo stringe, entro il 20 gennaio vanno presentate le liste elettorali. Il lavoro è frenetico, soprattutto nella lista civica di Riccardi e Montezemolo, che non ha alle spalle l’apparato di Udc e Fli.

Ieri il ministro per la Cooperazione ha confermato l’intenzione di non candidarsi, ma è in prima fila nella nuova sfida. "Ci aspetta una campagna elettorale molto difficile, come dimostrano gli attacchi concentrici al presidente Monti, ma esaltante perché il nostro obiettivo è cambiare in meglio l’Italia", ha sottolineato Riccardi, che non ha però voluto sciogliere la riserva sulle alleanze di governo: "Corriamo con vocazione maggioritaria, non siamo né sgabelli né centrini", ha detto con chiaro riferimento al Pd. Insomma, cerchiamo di vincere poi, in base alla nostra forza, si vedrà. Il ministro ha smentito che si sia parlato di una lista cattolica.

Tra i cattolici c’è però chi si fa ugualmente avanti: "Aderiamo con convinzione all’agenda Monti che ha al primo punto il tema dell’Europa", ha detto il presidente dell’Mcl, Carlo Costalli. In realtà le liste sicure federate alla Camera sono solo quelle di Udc, Fli (Fini ha ufficialmente annunciato candidature autonome) e quella della Società civile che comprende Riccardi, Italia Futura di Montezemolo, Andrea Olivero, Lorenzo Dellai. Non è escluso che si possa aggiungere anche la lista dei transfughi Pdl guidati da Frattini, Pisanu e Mauro.

Come si sa, Monti ha affidato la supervisione sui candidati al commissario per la spending review, Enrico Bondi. Scelta molto criticata da Pd e Pdl per via degli incarichi pubblici che già ricopre e strenuamente difesa dall’Udc. Le prime indiscrezioni sui nomi che correranno per il parlamento parlano di una lista alla Camera costruita al 100% intorno alla società civile. Inomma, niente politici, sia pure di rango, che saranno molto probabilmente inseriti nel listone unico al Senato.

Ancora, a proposito di candidature, crescono le defezioni dei ministri. Passera, che venerdì ha annunciato il passo indietro dopo aver visto svanire l’ipotesi di lista unica anche alla Camera, è stato chiamato da Monti forse per chiedergli un ripensamento. Si vedrà. L’ultima defezione dopo quelle di Paola Severino, Filippo Patroni Griffi, Elsa Fornero e Anna Maria Cancellieri ("non posso per il ruolo di garanzia attribuito a chi guida il Viminale»), è quella del titolare dell’Ambiente, Corrado Clini. Ha spiegato di non aver ancora deciso per chi voterà e che si aspettava di più dall’Agenda Monti: "Serve una indicazione più precisa della strategia per la crescita".

Quanto al toto simboli per il listone del Senato, che si richiamerà espressamente al Professore ed evocherà l’Europa, sarebbe già stato depositato a Bruxelles. Un altro logo è spuntato nei giorni scorsi: una doppia ellisse incrociata (una grigia ed una blu) all’interno della quale orbita la scritta ‘Democratici popolari per Monti’ con la parola ‘popolari’ che risalta sulle altre perché‚ di colore nero, mentre ‘con Monti’‚ scritto in arancione. Ma le decisioni non sono ancora state prese, precisano persone vicine a Montezemolo. Di sicuro se ne parlerà nella riunione in cui dovrannon essere affrontate anche questioni carattere burocratico e legale relative alla presentazione delle liste.