ROMA, 25 gennaio 2013 - MONTI si dice pronto a riferire in Parlamento sul caso Monte dei Paschi di Siena per mettere uno stop alle polemiche, ma il centrodestra non ci crede. E attacca: «Il suo governo — parola del segretario Pdl, Alfano — gli ha dato circa 4 miliardi di euro, l’equivalente dell’Imu, i soldi dei cittadini, ma non compete a lui stabilire di cosa si parla o non si parla durante la campagna elettorale; noi però vogliamo parlarne perché — ha aggiunto — stiamo dalla parte dei cittadini e dei loro risparmi. Abbiamo le idee chiare: no ad ogni scarica barile, sì ad una rapida forma di accertamento della verità. Chi ha delle responsabilità non deve e non può sottrarsi». «La questione — prosegue il segretario del Pdl — non investe solo il governo, ma anche la sinistra italiana. Il Pd sostiene di non sapere nulla, è precipitato da Marte e non sa di cosa si sta parlando quando si parla di Monte dei Paschi». Non c’è solo Monti, quindi, nel mirino. C’è anche il Pd. «Ecco come finiscono le cose quando, senza alcun controllo, c’è il governo diretto della sinistra — ha chiosato velenoso Altero Matteoli — almeno abbiano il buongusto di spiegare agli italiani come mai siamo così vicini al crack di una grande banca il cui conto possibile lo pagherebbero i cittadini. Il Monte dei Paschi è vicino al crack ed è stato governato dalla sinistra, la sinistra governerebbe l’Italia come ha governato il Monte dei Paschi».

RENATO Brunetta, invece, individua in Monti il colpevole prioritario dello scandalo. «Monti ha lasciato trascorrere tre giorni tre dal deflagrare del caso per comunicare che il prestito al Monte dei Paschi non è stato ancora perfezionato». E continua: «Le tardive parole di Monti non fanno chiarezza, a maggior ragione la reclamiamo per far luce su una vicenda che potrebbe riservare altre amare e sgradite sorprese per Monti e per il Pd, partito che mantiene tuttora salde le mani sulla banca senese. In Parlamento non deve rispondere solo il ministro Grilli: deve presentarsi alle Camere anche il presidente del Consiglio tecnico, dimissionario, in carica per gli affari correnti, senatore a vita, leader della coalizione centrista, professor Mario Monti; la responsabilità politica è ancora sua».
e.g.p