Iacopo Scaramuzzi
CITTA’ DEL VATICANO
BANCHIERE

«bianco», membro soprannumerario dell’Opus Dei, Ettore Gotti Tedeschi, dal 2009 al 2012 è stato presidente dello Ior, la «banca» del Vaticano. Un incarico lasciato in modo burrascoso.

NATO 57

anni fa nel piacentino, padre di cinque figli, Gotti Tedeschi inizia una folgorante carriera nei primi anni Settanta, prima con la Sema di Parigi, poi, tra Londra e Milano, con la McKinsey. Negli anni Ottanta fonda la merchant bank Akros e nel 1992 assume la guida della filiale italiana della spagnola Santander.
Uomo dai mille rapporti, Gotti Tedeschi è consulente di Giulio Tremonti, scrive il libro «Spiriti animali. La concorrenza giusta» con la prefazione di Alessandro Profumo, e conquista la fiducia del cardinale Bertone.
Il Segretario di Stato vaticano, appannatasi la stella di Antonio Fazio per le vicende dei «furbetti del quartierino», lo sceglie per la presidenza dello Ior. All’inizio è idillio. Gotti Tedeschi gode della stima personale di Benedetto XVI, media col governo italiano sull’Ici, dà consigli sulle finanze vaticane. Poi il rapporto si incrina. Quando il Vaticano decide di adeguarsi agli standard internazionali sull’antiriciclaggio, Gotti Tedeschi, in contatto con la Banca d’Italia, propone una prima versione del relativo provvedimento che nei Sacri Palazzi più di uno considera troppo accondiscendente con Palazzo Koch. La legge viene riscritta. La procura di Roma intanto lo indaga per alcuni movimenti finanziari sospetti. Crescono le frizioni con i rappresentanti tedesco e americano — i maggiori donatori al Vaticano — che siedono nel Consiglio di sovrintendenza dello Ior.

IL BOARD



lo licenzia all’unanimità il 24 maggio del 2012 «per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Gli amici non abbondano. Cesare Geronzi lo liquida come «un personaggio ritenuto preparato, che si è particolarmente esercitato nella demografia». Lui viene interrogato dai magistrati sia per il sospetto di riciclaggio allo Ior che per Finmeccanica. Teme per la sua vita e lascia un memorandum al Papa. Il quale, però, non gli dà udienza. Da allora la poltrona del presidente Ior è ancora vacante.