Alessandro Farruggia
ROMA
SENZA

volere ha messo d’accordo (quasi) tutti. I partiti classici si sono uniti, dal Pd al Pdl, nella critica all’ambasciata Usa accusata di ingerenza nella vita politica italiana. A scivolare sul movimento 5 Stelle con la leggerezza di chi non è aduso alle sensibilità della politica italiana, è stato l’ambasciatore David Thorne (nella foto Ansa). «Voi giovani — ha detto ieri agli studenti del Liceo Visconti di Roma — siete il futuro dell’Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento». «Tocca a voi ora agire per il vostro Paese — ha continuato Thorne rivolgendosi in italiano ai ragazzi —, un Paese importantissimo nel mondo. So che ci sono problemi e sfide in questo momento, problemi con la meritocrazia, ma voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento. Spero che molti di voi daranno un contributo positivo in questo senso».
Apriti cielo. «Le parole dell’ambasciatore Usa rappresentano una grave intromissione in un momento particolarmente delicato per gli equilibri politico-istituzionali del nostro Paese» attacca Renato Brunetta del Pdl. «Se confermate, le dichiarazioni di Thorne di sostanziale appoggio al Movimento 5 Stelle configurerebbero una gravissima ingerenza nelle vicende italiane» spara ad alzo zero il neoparlamentare del Pd, Michele Anzaldi. «Non si capisce perché — rincara la dose Fabrizio Cicchitto del Pdl — l’ambasciatore Thorne non auspichi per il suo Paese lo sviluppo del Movimento 5 Stelle, visto che lo apprezza in modo così netto». «Stiamo vivendo giorni delicati e forieri di decisioni importanti per il futuro del nostro Paese. Di tutto si sente il bisogno fuorché di parole francamente inappropriate», afferma Lapo Pistelli, responsabile Esteri del Pd. La mossa è invece piaciuta eccome ai 5 Stelle. «Secondo il Pdmenoelle questa è una grave ingerenza» scrive soddisfatto Grillo su Facebook.

VA RICORDATO


che già nel 2008 Grillo conquistò un predecessore di Thorne, l’ambasciatore Ronald Spogli. In un cablo inviato all’allora segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, Spogli definiva Grillo così: «Bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande intrattenitore. Grillo è unico, una voce solitaria nel panorama politico italiano». Ma certo, la dichiarazione è andata oltre le intenzioni. E così, vista la buriana, l’ambasciata americana ha dovuto precisare a stretto giro, usando un tweet: «L’Ambasciata non appoggia nessun soggetto politico. Dialoga con tutti e sostiene l’uso dei social media come strumento di cambiamento».