ROMA
«IL SENSO
della comunione tra papa Francesco e il papa emerito Benedetto è stato sottolineato con una telefonata lunga, molto intensa e significativa, dopo la grande celebrazione comunitaria del Giovedì Santo». Le parole di padre Federico Lombardi, il portavoce della Santa Sede, che ieri riferiva le impressioni di monsignor Alfred Xuereb, già segretario di Joseph Ratzinger e ora vicino a Jorge Mario Bergoglio, confermano che anche nel vivo delle celebrazioni pasquali funziona ormai una linea diretta fra la Città del Vaticano e Castel Gandolfo, la residenza pontificia sui Colli Albani che dalla sera del 28 febbraio ospita il protagonista del «gran ritiro».

E SULL’Osservatore

romano si legge che «appare allora chiaro a tutti quanto non era difficile capire, e cioè il significato della scelta di Benedetto XVI, notoriamente attentissimo alla liturgia, di rinunciare al pontificato nel cuore della quaresima». «Grazie al tempo scelto per questa decisione, infatti, — prosegue l’editoriale — il suo successore ha potuto far coincidere gli inizi del suo servizio come successore di Pietro con la celebrazione più importante per la fede in Cristo risorto dai morti».
Stretta continuità, passaggio del testimone, dunque. Anche se non vera e propria coabitazione. «Dopo Pasqua non ho sentito che ci sia in previsione una permanenza a Castel Gandolfo, ha aggiunto il direttore della Sala stampa vaticana, rispondendo a una domanda dei giornalisti su dove trascorrerà papa Francesco il periodo immediatamente successivo alle festività, considerando che tradizionalmente i pontefici si trasferivano per un breve periodo nel palazzo sui Castelli romani. Lombardi ha comunque parlato di un «calendario molto intenso» di impegni papali dopo Pasqua. A partire da domenica 7 aprile, quando ci sarà la messa per la presa di possesso della cattedrale di San Giovanni in Laterano, sede del Vicariato, «col bel rito di insediamento sulla cattedra romana».

INTANTO

, papa Francesco ieri ha ricevuto da importanti interlocutori gli auguri di buona Pasqua. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio ha scritto che «le festività pasquali ci invitano a dare ascolto al condiviso anelito di pace, di giustizia e di solidarietà e a trovare la forza e la coesione necessarie per raccogliere il messaggio cristiano e universale di rinascita e di speranza che questa fausta ricorrenza porta con sè e diffonde al mondo». Mentre il Rabbino capo della Comunità ebraica romana, Riccardo Di Segni, ricambiando gli auguri del nuovo Pontefice sottolinea: «Se oggi, a differenza del passato, questi giorni sono vissuti da entrambe le fedi in gioia e in armonia, lo dobbiamo a tutti gli uomini che in questa opera di risanamento si sono impegnati».
B. Rug.