Roberto Fiaccarini
CIVITANOVA MARCHE (Macerata)
«HANNO PREFERITO scomparire piuttosto che chiedere aiuto, dimostrando una dignità estrema nella tragedia: in altri luoghi la disperazione avrebbe portato ad atti di criminalità». Parole di Tommaso Claudio Corvatta, sindaco di Civitanova Marche (nella foto in basso), che più di una volta ha cercato di accendere i riflettori sui drammi sociali della città. E che in una circostanza, durante le feste di Natale, finì nella bufera per aver ospitato in una sua abitazione cinque rom, di cui una incinta e laltra malata di tumore. Ora che una tragedia senza precedenti si è consumata in un angolo nascosto della Civitanova un tempo ricca e spendacciona e oggi anche lei preda della decrescita infelice, Corvatta non trattiene le lacrime: «Come amministratori dice ce la mettiamo tutta, ma lo Stato non deve abbandonare la gente. Quando la politica parla di strategie economiche, bisogna sempre pensare che in fondo alla catena cè gente come questa».
Quindici giorni fa, Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi si erano sfogati con Ivo Costamagna, presidente del consiglio comunale e residente nello stesso condominio della coppia. E avevano ricevuto linvito ad andare in Comune affinché il loro caso potesse essere messo allattenzione dei servizi sociali. «Poi non sono venuti racconta Costamagna sicuramente perché si vergognavano a chiedere aiuto».
VITTIME silenziose di una crisi che spesso costringe anche Civitanova a vivere di ricordi. «Un tempo eravamo la Parigi delle Marche», dicono ora molti commercianti di fronte alle serrande abbassate nella città marchigiana dello shopping. E poi il calzaturiero, un distretto-modello che nonostante tutto riesce a tenere botta in particolare grazie allexport nei Paesi dellEst, ma che nel 2012, in città, ha portato un numero di iscritti alle liste di mobilità inferiore solo al settore delle costruzioni. E proprio nellecatombe delle imprese edili si inserisce il vortice nel quale era finito Romeo Dionisi. «Aveva problemi economici spiega ancora Costamagna , ma non per cifre esagerate: diecimila euro o giù di lì. E la moglie, Anna Maria, era terrorizzata dai pignoramenti. Temeva anche per la loro vecchia Panda, che al massimo può valore trecento euro. Un incubo per persone come loro, vissute sempre modestamente ma con grande, grandissima dignità». Quella stessa dignità che li ha portati alla decisione più tragica. E lelenco dei suicidi per la crisi si allunga. Soltanto tre giorni fa si erano tolti la vita due albergatori.
CIVITANOVA MARCHE (Macerata)
«HANNO PREFERITO scomparire piuttosto che chiedere aiuto, dimostrando una dignità estrema nella tragedia: in altri luoghi la disperazione avrebbe portato ad atti di criminalità». Parole di Tommaso Claudio Corvatta, sindaco di Civitanova Marche (nella foto in basso), che più di una volta ha cercato di accendere i riflettori sui drammi sociali della città. E che in una circostanza, durante le feste di Natale, finì nella bufera per aver ospitato in una sua abitazione cinque rom, di cui una incinta e laltra malata di tumore. Ora che una tragedia senza precedenti si è consumata in un angolo nascosto della Civitanova un tempo ricca e spendacciona e oggi anche lei preda della decrescita infelice, Corvatta non trattiene le lacrime: «Come amministratori dice ce la mettiamo tutta, ma lo Stato non deve abbandonare la gente. Quando la politica parla di strategie economiche, bisogna sempre pensare che in fondo alla catena cè gente come questa».
Quindici giorni fa, Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi si erano sfogati con Ivo Costamagna, presidente del consiglio comunale e residente nello stesso condominio della coppia. E avevano ricevuto linvito ad andare in Comune affinché il loro caso potesse essere messo allattenzione dei servizi sociali. «Poi non sono venuti racconta Costamagna sicuramente perché si vergognavano a chiedere aiuto».
VITTIME silenziose di una crisi che spesso costringe anche Civitanova a vivere di ricordi. «Un tempo eravamo la Parigi delle Marche», dicono ora molti commercianti di fronte alle serrande abbassate nella città marchigiana dello shopping. E poi il calzaturiero, un distretto-modello che nonostante tutto riesce a tenere botta in particolare grazie allexport nei Paesi dellEst, ma che nel 2012, in città, ha portato un numero di iscritti alle liste di mobilità inferiore solo al settore delle costruzioni. E proprio nellecatombe delle imprese edili si inserisce il vortice nel quale era finito Romeo Dionisi. «Aveva problemi economici spiega ancora Costamagna , ma non per cifre esagerate: diecimila euro o giù di lì. E la moglie, Anna Maria, era terrorizzata dai pignoramenti. Temeva anche per la loro vecchia Panda, che al massimo può valore trecento euro. Un incubo per persone come loro, vissute sempre modestamente ma con grande, grandissima dignità». Quella stessa dignità che li ha portati alla decisione più tragica. E lelenco dei suicidi per la crisi si allunga. Soltanto tre giorni fa si erano tolti la vita due albergatori.
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