Roma, 6 aprile 2013 - Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che qualche giorno fa l’accordo Pd-Pdl era a un passo dal chiudersi sul nome di Giuliano Amato. Partita legata alla formazione del governo: l’ipotesi sul tavolo era quella di inserire anche alcuni ministri d’area centrodestra. Poi la trattativa è saltata perché Silvio Berlusconi avrebbe voluto Angelino Alfano vicepremier. Ora, però, le parti si stanno confrontando nuovamente.

L’idea sarebbe di ‘azzerare’ le candidature ‘politiche’: via i nomi di Romano Prodi, Franco Marini, Massimo D’Alema o Luciano Violante. L’identikit è di una ‘figura terza’, al di fuori degli schemi, tanto che circola il nome di Paola Severino, sponsorizzato anche da Gianni Letta. Pure dal Pd sarebbero arrivati messaggi affinché si apra a una soluzione nuova, in modo da non prestare il fianco a Beppe Grillo. Ma il dialogo stenta a decollare perché il Cavaliere, che assiste interessato all’offensiva di Renzi, ha alzato la posta. Il nodo resta quello dell’esecutivo. L’ex premier non chiede ruoli per sé, né leggi ad personam, ma vuole «partecipare» affinché il Paese esca dalla crisi. Tradotto: l’ex premier chiede «un accordo globale», complessivo, che comprenda non solo il Colle, ma anche la formazione del governo.

Un compromesso potrebbe essere inserire, appunto, ministri d’area al fianco di Bersani. Ci sarebbe anche un’intesa di massima sui regolamenti parlamentari: ieri i ‘saggi’ sono tornati a vedersi e hanno raggiunto una convergenza in tal senso. Nel frattempo è rientrato anche il ‘caso Onida’ (che, per uno scherzo telefonico registrato da una radio, aveva definito «inutili» i saggi). Ieri mattina Gaetano Quagliariello ha avuto un colloquio di una decina di minuti con il Capo dello Stato e, dopo una telefonata con Berlusconi, ha confermato la sua presenza nella commissione istituita dalla prima carica dello Stato.

Altra ipotesi sul tavolo: cambiare il regolamento al Senato, cioè rendere l’astensione non più voto contrario. Basterebbe una istruttoria, l’ok della Giunta per il regolamento. Questa modifica dovrebbe entrare in vigore, secondo il lavoro dei saggi, dalla prossima legislatura, ma non è detto che non possa riguardare anche l’attuale situazione politica.

Comunque, qualora non dovesse trovare l’accordo con il Pd, il Pdl potrebbe indicare il nome di Giorgio Napolitano nelle prime due votazioni, proprio per mettere in difficoltà il partito di largo del Nazareno.
I giochi saranno più chiari tra la seconda e la terza votazione. ‘Boatos’ di Montecitorio dunque accreditano l’ipotesi del ministro della Giustizia tra i papabili a succedere al Capo dello Stato. Napolitano, in un primo momento, riferiscono fonti parlamentari, aveva puntato su Onida. Un nome naturalmente non più spendibile dopo l’incidente diplomatico capitato all’ex presidente della Corte costituzionale.